Giovedì 1 Aprile alle 18:00 Il Centro Culturale Bibli di Via dei Fienaroli, 28 a Roma presenta: Almanacco dello specchio 2009 (Mondadori, euro 16,00). Introducono: Maurizio Cucchi, Fabrizio Fantoni, Antonio Riccardi. Letture dei poeti Francesco Accolla, Nanni Balestrini, Mario Benedetti, Maria Borio,
Anna Buoninsegni, Anna Maria Carpi, Azzurra D’Agostino, Gabriela Fantato,
Biancamaria Frabotta, Marco Massimiliano Lenzi, Michela Miti, Guido Monti,
Umberto Piersanti, Maria Pia Quintavalla, Gabriella Sica, Matteo Zattoni. Un’intera raccolta inedita di Piero Bigongiari, risalente ai primi anni quaranta e ritrovata da Andrea Kerbaker, apre questo nuovo numero dell’Almanacco dello Specchio, che comprende anche cinque poesie disperse di Amelia Rosselli, un autoritratto in versi di Nanni Balestrini, un breve saggio di Antonio Prete su Giancarlo Majorino, un’intervista a Franco Branciaroli sul suo rapporto con la poesia, il Diario critico 2008-2009 di Biancamaria Frabotta e Alberto Bertoni. Parte centrale e molto sostanziosa, un’antologia di dodici poetesse: Marica Larocchi, Anna Maria Carpi, Maria Attanasio, Daniela Attanasio, Annalisa Manstretta, Anna Buoninsegni, Maria Pia Quintavalla, Michela Miti, Paola Loreto, Gabriela Fantato, Azzurra D’Agostino, Letizia Dimartino. Tra gli inediti italiani, ecco nuovi versi di autori affermati come Giovanni Orelli e Milo De Angelis, Umberto Piersanti e Luigi Fontanella, o di altre personalità emergenti quali Giovanni Nadiani, Marco Massimiliano Lenzi, Massimo Dagnino, Guidi Monti, Giovanni Francesco Accolla. Le sezioni dedicate agli stranieri presentano una scelta di versi del grande poeta ungherese Miklós Radnóti, dell’irlandese Patrick Kavanagh, dell’argentino Arturo Carrera, del canadese Serge Patrice Thibodeau e dell’iracheno Kadhim Jihad Hassan. La vitalità della nostra poesia d’oggi è qui infine confermata dalla presenza di tre giovani autori, introdotti da Mario Benedetti: Maria Borio, Lorenzo Caschetta e Matteo Zattoni.
A volte , sull’orlo della notte si rimane sospesi
e non si muore. Si rimane dentro un solo respiro,
a lungo, nel giorno mai compiuto,
si vede la porta spalancata da un grido. La mano feriva
con una precisione vicina alla dolcezza. Così
si trascorre ignoti dal primo sangue
fino a qui, fino agli attimi che tornano a capire
e cercano il significato dei corpi e restano
imperfetti e interrogati.
di Milo De Angelis