“La doppia seduzione” (Einaudi) di Francesco Orlando, il noto francesista siciliano allievo dell’autore de “Il Gattopardo” scomparso lo scorso 22 giugno, è il vincitore della settima edizione del Premio Letterario Internazionale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa”.
“Romanzo d’intimità sofferta che esalta il valore liberatorio della parola scritta. Raffinata narrazione, fatta di allusioni, di pulsioni emozionali, di erotismo represso ed inespresso filtrati da una cifra di scrittura elegante e colta”, così si esprime la giuria del Premio, presieduta da Gioacchino Lanza Tomasi, che si avvale della preziosa collaborazione di Salvatore Silvano Nigro, Mercedes Monmany Molina De La Torre, Gea Schirò e Pasquale Hamel.
Francesco Orlando, riconosciuto e apprezzato come raffinato intellettuale, critico letterario, musicologo e docente universitario di rara intelligenza, sensibilità e carisma, aveva da poco deciso di pubblicare “La doppia seduzione” (pp. 156 – euro 13,00), un romanzo che l’autore aveva già in mente sin dagli anni Cinquanta, la prima stesura risale infatti al 1956, ma che negli anni ha subito varie riscritture prima di essere dato alle stampe nella primavera di quest’anno.
Una lunga gestazione che ha attraversato più di mezzo secolo, un libro che raccoglie le due anime di Orlando, quella giovanile e quella senile, un romanzo d’esordio a settantasei anni, su un tema delicato qual è quello dell’omosessualità.
“La doppia seduzione” è ambientato nel secolo scorso, alla fine degli anni Quaranta, in una città del Sud, un meridione che Orlando conosce molto bene, protagonisti del libro Ferdinando e Mario, due giovani con tendenze sessuali opposte, legati da un indissolubile affetto che li farà precipitare in una spirale di drammatica violenza.
“Trovo magistralmente ben narrata la squallida storia, perfettamente collegati i movimenti psicologici. Gli ultimi tre capitoli sono i migliori: vi è una reale progressione drammatica, come dicevano gli antichi; e in tutta l’opera del resto, la sensazione “temporale” è eccellentemente resa. I capitoli finali sono avvolti in una luce di grigia poesia”.
Così scrisse di questo libro, letto inedito in un abbozzo giovanile, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Per aggiungere, dopo una serie di osservazioni stilistiche costruttive: “Queste mende sono poche; il riferimento a loro occupa molta carta, ma il loro valore è minimo in confronto della salda bellezza dell’opera”. Il celebre critico e teorico letterario scrisse ventenne un romanzo idealmente suggerito dall’autore del Gattopardo, lo lasciò quarant’anni in un cassetto, l’ha riscritto dai 65 ai 75 anni. I decenni intercorsi trasformano oggi in un romanzo storico quello che non lo era nei primi anni Cinquanta.
Il riconoscimento al romanzo e alla memoria di Francesco Orlando avverrà sabato 7 agosto, (ore 20.30), nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà a Palazzo Filangeri di Cutò a Santa Margherita di Belice. A ritirare il Premio Luciano Pellegrini, figlio adottivo dello scrittore palermitano.
Anche quest’anno a far da prologo alla serata del 7 agosto ci saranno quattro appuntamenti legati agli eventi
culturali della “Settimana Gattopardiana”, con proiezioni, dibattiti, presentazioni di libri e spettacoli teatrali.