Perluigi Cuomo, attore e regista, è anche poeta.
Pubblico volentieri le sue poesie, che ho scoperto di recente.
Per Pierluigi la poesia libera la coscienza “del sapere insieme”, della condivisione della conoscenza che proprio i poeti, più di tutti, avvicinano. Ecco, il tema di oggi potrebbe essere proprio quello della “conoscenza”. Il pensiero va a Dante al XXVI canto dell’inferno della Divina Commedia: “Fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza”… Secondo voi la figura di Ulisse è il simbolo della ricerca del sapere?
“La poesia è libertà la poesia è musica la poesia è spirito la poesia è un faro che illumina gli angoli bui della coscienza. Remota e silenziosa non ha voce per esprimersi, solo un soffio può darle vita. Un sollievo alla mente che si affanna alla periodica ricerca del se’, dei sensi e del senso.”
di Pierluigi Cuomo
…..
Pomeriggio
Sai amore,
alle volte c’è chi muore
e chi vive fino a disperarsi
E poi consolazioni , sorrisi ed inganni
ai battiti del comune sentire
Povero cuore, povero cuore mio
potessi esserti amico potrei spiegarmi anch’io
E parlarti di me, o di noi se preferisci
Di come quella volta, quella volta che c’incontrammo per caso,
fuggimmo distratti inchinandoci al buon viso dell’ora qualsiasi
Caos
Il tuo fremito d’ottobre nel crepuscolo continuo delle tue lenti scure,
contro di me, contro il sole
che con me ti si prometteva tiepido e indeciso
spaventato dalla tua confusa bellezza perbene.
Ed io giurai quel pomeriggio
giurai di non parlare, lo giurai a me stesso
ai miei brividi, al tuo sorriso circostante che alle spalle mi sorprese.
Poi giurai ancora e all’improvviso mi voltai
Per accecarmi in controluce al tuo sguardo sbalordito,
Protetto dal solitario abbandono del mio allontanarsi
Mi guardai le mani e ne ebbi pietà
Le schiacciai forte, fortissimo sopra i miei occhi
chiusi e stretti fino a maltrattarli d’innocenza carnale
per averti nella lusinga di quel buio che disegnai ostinato.
Fino all’ultima rivoluzione dei pianeti ribelli che dal caos vennero a me, con te.
Intorno a quella disordinata scintilla
Ai misteri del delitto di Cogne
Ebbi
Di sospetti fama e gloria di cuore occhi voce e grida
di santa cortigiana puttana amante.
Come semidea ebbi
Ne maledissi poi me ne beai
Di sorrisi prodiga fui,
prima all’ombra della colpa poi alla luce del villaggio.
Sempre di una dea avrei voluto essere lo specchio
imitando le grazie dell’altrui gratuito sorriso,
e all’improvviso io stessa dea diventai
e da quel giorno di me l’immensa e irreparabile bellezza al mondo posi.
Biografia
Pierluigi Cuomo è attore e regista. Già docente di recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia ha cominciato a recitare in spazi alternativi a Napoli come il Sancarluccio e lo Spazio Libero attraversando temi e personaggi della drammaturgia contemporanea in opere di Ionesco, Mrozek, Brecht. Mentre frequenta la facoltà di Lettere e filosofia prima studia recitazione con Claudia Giannotti poi si trasferisce a Roma dove vince una borsa di studio per frequentare il corso di recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, qui si diploma nel 1986 dopo aver frequentato varie discipline e alcuni seminari con Monica Vitti, Lina Wertmuller, Ingrid Thulin, Giuseppe de Santis.
“Ferdinando” di Annibale Ruccello, “Storia di ordinaria follia” di Memè Perlini, “Il Berretto a Sonagli” di Marco Lucchesi, “Sofia e Francesco” di Alessandro Giupponi, “Gianni Ginetta e gli altri” di Lina Wertmuller sono i titoli degli allestimenti teatrali più significativi ai quali ha partecipato con ruoli di rilievo. Seppur diverse nel genere altrettanto significative sono state le sue partecipazioni a serie televisive di grande successo popolare come “Classe di Ferro”, “Linda e il brigadiere”, “La Squadra”. Al cinema ha recitato in “Sabato, domenica e lunedì'” di Lina Wertmuller, “Carogne” di Enrico Caria, “Trafitti da un raggio di sole” di Claudio del Punta, “E’ la stampa bellezza” di Roberto Giannarelli, “Sulla mia pelle” di Valerio Jalongo. Ha scritto diretto e interpretato “Metropolitango”, “Via carriera grande”.
Che belle! Che piacere leggerle ! Me le spedisci alla mia email? Le vorrei : letizia.dimartino@yahoo.it
Chiedi di me a Luigia per rassicurati. Splendide, così deve essere la poesia. Spero in tuo libro
I versi di Pierluigi filano bene, la sua idea di poetica (è un parere personale ), meno. Mi riferisco anche alle citazioni.
Domanda, se possibile all’autore… Cogne??? Rappresentazione strana, perdonami,ma quando vedo questi personaggi legati a fatti del genere (colpevolezza o innocenza li lascio ai giudici),parlo di Cogne, di Garlasco, di Meredith,quello che colpisce è la freddezza incomprensibile di chi si trova giudicato. Mi spiego. Muore qualcuno di vicino loro, in maniera improvvisa ed orribile, la polizia li torchia, la gente li crede mostri e costoro parlano di fronte ai giornalisti come se si trovassero dall’estetista a farsi ritoccare le sopracciglia. Arrivano per primi sul luogo del delitto, scivolano nel sangue e neanche un po’ di vomito, grida disperate… hanno la lucidità di chiamare la polizia, di aspettare.
Per cui, non riesco a riconoscere l’immagine che rappresenti, sembra proprio tu stia parlando d’altro… ciao
… faccio un paio di esempi, per parlare di questa freddezza non umana.
Penso al Macbeth e penso soprattutto a Lady M.,calcolatrice che muove lui più delirante ( Omar ed Erika?),ma capace con freddezza di sterminare la famiglia di MacDuff.
Penso ad Hawthorne e il suo banchetto natalizio con ospiti tutta la peggior pasta di esseri umani… ma il peggiore è l’ospite che non ha compiuto crimini, ma colpevole di una freddezza ed un distacco disumani…
Musica? Persino un Thom Yorke chiede alla Polizia del Karma di arrestare un uomo perchè colpevole di: ”talks in math”…
Caro Luca,immaginavo che la mia “visione” su un terribile e chiacchierato fatto di cronaca potesse destare perplessità ma solo nel momento in cui ho saputo che queste “poesì” (come le chiamo io) sarebbero state pubblicate, quando l’ho scritta no, per niente. Una visione non ha regole o canoni, è invadente e improvvisa. La mia idea naturalmente ce l’ho la lascio la suggestione a chi legge
A Letizia: Ti ringrazio molto e comunque non ho bisogno di rassicurazioni, appena riordino le idee ti invio un po’ di materiale.
Cari amici,
intervengo sulla poesia qui denominata “Ai misteri del delitto di Cogne” di Pierluigi Cuomo, che, come potete leggere dal suo ultimo post, non ha bisogno di rassicurazioni!
La cosa che vorrei dire è questa: i poeti, questi misteriosi esseri, si lasciano ‘ferire’ dalle notizie e dai fatti di cronaca (come si fa a non esserne feriti?). E’ ovvio che la poesia non può – non deve – raccontare la cronaca, può sfiorarla, avvicinarsi ad essa, e portare, dentro il testo quella ferita, l’eco, il riverbero della ferita che è un’altra cosa…
Pierluigi, figurati… la tua visione è tua e personalissima, mi guardo bene dal metterla in disussione… facevo solo notare che… la tua visione sembra discostarsi dalla realtà, e a me va benissimo, amo la scrittura non capita… penso però,
che a volte, se si fa bene il nostro mestiere, si rappresenta qualcosa e non ci si accorge che stiamo mettendo in scena altro.
Lo stesso Shakespeare, dubito abbia avuto a che fare nella sua vita con una coppia come i due Machbeth, ma rappresenta con un linguaggio poetico, una dinamica verosimile, direi reale (e i fatti di cronaca ce lo dimostrano- Erika ed Omar, il caso Meredith con la coppia omicida, Rosa e Olindo)…
La mia era una ”pizzicata”, uno stimolo, una chiave di lettura… è che m’è capitato tante volte: ”che bella quella poesia dove parli di Matilde!” ”Matilde?, ma se parlavo di Claudia”…
ciao
La poesia alle volte può far paura perchè dice la verità
Caro Pierluigi,
è proprio così. La poesia (non so se questo è il caso di Luca, ma non credo), fa paura perchè tende a dire una verità. Non è detto, però, che la verità la si trovi subito. Intendo dire che l’intenzione è quella, anche perchè ci vuole un gran lavoro sui testi per arrivare a trovarla. Ci sono poeti del calibro di Franco Loi che sostengono di essere appena vicini all’idea della verità eppure hanno fatto un lunghissimo cammino nella poesia.
Sono convinta che questa sezione Opere Inedite, offra la possibilità di una riflessione proprio in questo senso a che scrive poesie.
Si, in linea di massima è chiaro sono d’accordo con te Luigia.
In ogni caso non mi riferivo a Luca, parlavo in genenerale