Si svolge a Milano dall’8 all’11aprile 2011 la sedicesima edizione di MiArt, “l’eccellenza dell’arte Moderna e Contemporanea” dall’inizio del Novecento ad oggi. La Fiera Internazionale d’Arte a cui partecipano cento autorevoli gallerie e gli artisti italiani e internazionali più apprezzati.
Le gallerie invitate a partecipare sono collocate per analogia delle proposte secondo gli ambiti storico, contemporaneo e giovani a favore di una visione complessiva del panorama artistico internazionale.
Le gallerie selezionate hanno tutte una storia e una collocazione internazionali: frequentano le più importanti fiere estere, accostano alla produzione italiana di grande qualità quella dei più riconosciuti artisti internazionali, lavorano in modo continuato con artisti e curatori sia italiani sia esteri per la produzione delle loro mostre. E accanto a questo una forte presenza di gallerie giovanissime che presentano artisti anch’essi molto giovani e in alcuni casi inediti di grande qualità e quindi appetibili per la costruzione della collezione del futuro.
La mostra presenta tutte le diverse forme di espressione artistica: dalla pittura alla scultura, dalla fotografia ai disegni, dalle installazioni alla video-art e alle performance, con quotazioni che oscillano dalle poche migliaia di euro di giovani promesse su cui scommettere e investire fino a opere milionarie di grandi artisti affermarti.
Il catalogo di MiArt (edito da Silvana Editoriale) è un vero libro d’arte: curato da Giorgio Verzotti, contiene il secondo saggio teso a ricostruire la storia dell’arte italiana attraverso le gallerie. Dopo l’incursione negli esiti delle avanguardie e neoavanguardie sulla linea concettual-poverista dell’edizione 2010, il percorso critico analizza ora gli anni, gli eventi, i luoghi del ritorno alla figurazione: dalla prima, compresa fra le due guerre (1918 – 1938) agli anni Ottanta, dalla Transavanguardia e oltre.
A corredo dello stesso, un’inedita selezione di fotografie realizzate da Mimmo Jodice appositamente per MiArt; dopo l’occhio di Gabriele Basilico e la visione ‘a colori’ di Armin Linke , è la volta della lettura ‘romantica’ di Jodice, per approfondire ancora una volta la conoscenza di una Milano da riscoprire nei dettagli e nelle atmosfere attraverso l’obiettivo di grandi fotografi.
Anche questa edizione sarà accompagnata dal MiArt Magazine, uno strumento di riflessione che, partendo dal progetto della fiera, tenta incursioni nella complessa varietà del sistema arte: due numeri che raccolgono le suggestioni evocate dal numero 100 e dalla realtà italiana. 100 risposte per immagini e testi sull’Italia dell’arte, della cultura, dello sviluppo.
Ricco anche per il 2011 il programma di convegni/conferenze interno alla manifestazione. Curati da Peep-Hole (Vincenzo de Bellis e Bruna Roccasalva) gli incontri rappresentano delle incursioni nei rapporti fra arte e moda, arte e design, arte e architettura e nelle realtà del collezionismo, degli spazi museali e del no profit alla ricerca di una più diffusa integrazione di queste arti.
MiArt 2011 si rinnova ancora nel contemporaneo: gallerie e artisti insieme per sviluppare la fiera internazionale milanese in dialogo con il futuro e la tradizione. Perciò la Fiera ha due settori, moderno e contemporaneo, affidati a due diversi curatori, Donatella Volonté e Giacinto Di Pietrantonio.
La grande novità di quest’anno è l’attenzione che la fiera dedica alle gallerie, tutte italiane, poste su un unico piano, in un confronto serrato di generazioni.Nel padiglione 3 sono infatti riunite 100 gallerie, per un totale di 582 artisti, 317 italiani e 265 stranieri, quale mappatura esauriente di una fiera che guarda dall’Italia all’Italia e dall’Italia al mondo e con il mondo. Si tratta di un lavoro volto a dare risposte mirate in un momento di ridefinizione dell’arte, del mercato e del collezionismo, insomma del sistema arte nel suo insieme, dove il ritorno del collezionista appassionato ritrova la sua centralità.
La mutazione di MiArt
MiArt sta cercando di essere non solo una fiera-mercato d’arte, ma di aprirsi ad un confronto su più fronti nel corso del tempo con degli eventi di avvicinamento alla fiera stessa. Si tratta di azioni volte alla ridefinizione della fisionomia di MiArt che, pur tenendo presente che per una fiera il fine economico ha un aspetto centrale, ritiene che il mercato come scopo ha senso se alla fine serve a favorire la produzione di sapere, in quanto ricerca e mercato sono attivamente connessi.
Ecco dunque, alcune indicazioni per meglio orientarsi nell’offerta di MiArt nel settore del contemporaneo.
L’Arte Povera, termine coniato da Germano Celant, è certamente il movimento artistico italiano, dopo il Futurismo, più conosciuto nel mondo, seguito dalla Transavanguardia, termine coniato da Achille Bonito Oliva.
Dopo che il ridisegno storico della fiera ha portato a ridefinire, seppur non in modo rigido, la distinzione tra moderno e contemporaneo, si tende a vedere l’Arte Povera appartenente alla storia della modernità, o almeno alla sua conclusione e passaggio al postmoderno; va da sé, quindi, che troverete opere dei suoi protagonisti da Kounellis a Boetti, da Zorio a Merz, Pistoletto e altri sia nel settore moderno che contemporaneo.
Lo stesso vale per autori stranieri coevi, come i concettuali Kosuth, Mochetti ad esempio. Ciò accade anche per l’altro movimento storico italiano che ha caratterizzato gli anni Ottanta e cioè la Transavanguardia con Chia, Cucchi, Paladino, De Maria, Clemente che troverete nelle due sezioni, perché anch’esso ormai entrato nella storia. Questi due movimenti, unitamente all’arte concettuale, al movimento Fluxus di Ben Vautier, John Armleder e ai neoespressionisti soprattutto tedeschi sono fonte di ispirazione per gli artisti più vicini a noi.
Si tratta di artisti appartenenti a quella che potremmo definire la contemporaneità avanzata, ma che a differenza degli artisti moderni, che tenevano ad una unità stilistica e di discendenza diretta, presentano ricerche che si servono della storia a tutto campo e senza inibizioni di sorta, per cui spesso è possibile vedere in uno stesso artista convivere stili, forme e materie differenti.
A ciò la contemporaneità ci ha abituati da diversi anni, come ci ha abituato all’uso della fotografia anch’essa molto presente in questa edizione. Notiamo anche come la contemporaneità abbia allargato la dimensione geografica, in modo che l’arte non si specchi principalmente attraverso artisti occidentali, ma si rifletta anche nel globo. Gli artisti dell’est Europa, dei paesi asiatici come la Cina e dell’Indonesia ci aiutano a completare questo giro del mondo in un continuo rimando tra località e globalità delle culture.
Inoltre va ribadito che Milano è la città italiana della modernità dell’arte e della vita che finiamo per ritrovare non solo nelle proposte moderne, ma anche proiettivamente nei contemporanei che ne hanno ereditato le indicazioni non tanto formali, ma di idee. Quanto detto finora fa si che un buon investimento per il rapporto qualità prezzo restano senz’altro gli artisti appartenenti ai gruppi dell’arte cinetica e programmata come Getulio Alviani, Toni Costa, Manfredo Massironi, Giovanni Anceschi, Grazia Varisco, Gianni Colombo, Enrico Castellani fino ai rappresentanti più giovani come Patrick Tuttofuoco, mentre l’eredità di tipo metafisico che passa attraverso la rilettura che ha dato Gino De Dominicis, va ascritto a giovani di sicuro talento come Cuoghi.
La novità più attesa è una forte presenza di gallerie giovanissime che presentano artisti anch’essi molto giovani e in alcuni casi inediti di grande qualità e quindi appetibili per la costruzione della collezione del futuro. Si va da Ettore Favini a Giulio Frigo, da Loredana Di Lillo a Giuseppe Stampone da Eve Sussman & De Rufus Corporation a Joel Kamitaki, da Moira Ricci a Luca Francesconi, da Giuseppe Armenia ad Andrea De Stefani e Jelena Tomaŝević, da Gianluca Malgeri a Paolo Parisi a Alice Cattaneo e Giuseppe Veneziano. Un’avanzata di nuove generazioni che ha rotto gli argini delle tecniche che difatti impiega di volta in volta e con disinvoltura pittura, scultura, istallazione, video, performance, collage, fotografia, disegno…
In questa direzione il Rotary Club Milano Brera sarà ancora promotore, per la terza edizione, del Premio Rotary per l’arte contemporanea e i giovani artisti, che consiste nell’acquisizione di un’opera di un artista under 30 che sarà poi donata al costituendo Museo d’Arte Contemporanea. La particolarità di tale premio-acquisto è che si rivolge ogni anno ad una tecnica diversa, se il 2009 è stata la volta del video e il 2010 quella della fotografia, quest’anno è dedicata al disegno. Come già la scorsa edizione, la giuria del Premio sarà costituita da Chiara Bertola, Laura Cherubini e Christian Marinotti.
E per finire, la collaborazione fra MiArt e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Milano, che dà origine, la sera del 9 Aprile a partire dalle ore 20, a “100 di 50”, un grande evento curato da Giacinto Di Pietrantonio e Marco Scotini, in cui vengono riproposte dal vivo o presentate con materiale documentario, un ampio numero di performance (100 appunto) degli ultimi 50 anni. “100 di 50”, solo performance, solo per una sera, ovvero la messa in scena delle 100 performance più significative che hanno contribuito a fare la storia dell’arte contemporanea degli ultimi 50 anni.