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a cura di Luigia Sorrentino
Nel video Derek Walcott legge ‘Nomi’
Accademia Americana di Roma 17 marzo 2011
da “Isole – Poesie scelte (1948-2004)” di Derek Walcott, Adelphi Edizioni, 2009, trad. Matteo Campagnoli
La mia razza iniziò come iniziò il mare,
senza nomi e senza orizzonte,
con ciottoli sotto la mia lingua,
con un diverso sguardo alle stelle.
Ma ora la mia razza è qui,
nell’olio triste di occhi levantini,
nelle bandiere di campi indiani.
Iniziai senza memoria,
iniziai senza futuro,
ma cercai l’istante in cui la mente
fu tagliata in due da un orizzonte.
Non trovai mai l’istante in cui la mente
fu tagliata in due da un orizzonte –
per l’orafo di Benares,
per il tagliapietre di Canton,
quando una lenza affonda, l’orizzonte
affonda nelle memoria.
*
«La mia razza iniziò come iniziò il mare» dice Walcott nella poesia Nomi.
Ma qual è la razza di Derek Walcott? E quando iniziò il mare?
Walcott: «Quando dico la mia razza intendo la razza caraibica che è una mescolanza di razze diverse. Nei Caraibi, sono rappresentati tutti i continenti del mondo: ci sono cinesi, siriani, francesi, africani. Dunque quando è iniziato il mare, la scoperta, è iniziata anche la razza. La mia razza è la summa di tutti gli altri elementi.»