Giuseppe Mantovani mi scrive “non ricordo con precisione il momento in cui è scattata la scintilla. Alcuni amano scrivere ancora prima di imparare a camminare, la mia è una storia al contrario. Ho divorato molti libri fin dall’infanzia da Dumas a Calvino, passione direi appagante e rivelatrice di aspetti che poi, nella vita, ho ritrovato sotto molteplici forme. La poesia è entrata direi tardi nel mio mondo. Almeno consapevolmente. In realtà vi ho sempre convissuto, ma si sa, da ragazzini non si apprezza ciò che a scuola ci viene presentato come una noiosa, letteraria, interpretazione della realtà. Sorrido al pensiero, oggi, scrivendo io stesso frasi, poesie di cui mai avrei immaginato poter essere l’autore.”
“La poesia mi fa esternare ciò che altrimenti (immagino) non riuscirei a fare. Bisogna lasciare più spazio all’immaginazione. Ognuno dovrebbe concedersi la libertà di scrivere e leggere poesie.”
di Giuseppe Mantovani
LEZIONE SUL MARE
Quasi la lezione è finita
in uno spazio confinato,
dove riporre etichette inzaccherate
e bicchieri di latta,
da riempire con la schiuma dell’ acqua marina;
un bagaglio separato per i poveri
e un libro di incantesimi in rima
in trasferta senza rimpianto,
incurante tra le tue braccia sottili
sopra un angolo di terra ridottissimo,
dove il fuoco rimane sempre acceso.
CITY
Bruma di cristallo,
e ruggine gualcita,
tra malferme persiane rinvenne
il tuo respiro impigrito,
accarezzando lanugine il mio petto
di vicinanza impigliata
nel vortice del sonno;
la grigia mattina e l’ ebano assopito
del tuo sguardo londinese:
immobile nel tempo, tu
e solo neve alla finestra.
MATTINE DI NUBI E DI VENTO
Raccogliendo ogni cosa dignitosamente
le mie scarpe, gli abiti gualciti,
la tazza preferita del caffé,
nelle mattine infatuate di nubi e di vento
tra glicini colorati di penombra
sarò l’ unico passeggero della solitudine.
INDELEBILE
Sono qui ad ammirare
il tuo sguardo indelebile,
occhi quasi uragani,
attutite esitazioni
d’imperfetta conoscenza,
ospite grato
sotto un pioppo nel cemento
di una piazza, mentre mi do
ripetizioni di speranza,
ai margini della materia civile
tra bagliori di periferia e conoscenza
bibliotecaria; reclamo
un ritaglio sensibilissimo di tempo,
mentre una tua parola scompare
in un vortice irraggiungibile.
MI TROVO
Mi trovo a sigillare
il bisbiglio degli oleandri
sulle sagome di vetro
che tacciono sorrisi,
parto senza biglietto,
rasento il rapimento
e prima di raggiungerti
raccolgo
calchi di luce
per le tue tiepide lusinghe.
SMETTO
Smetto
questo abito usato
nella catasta dei ricordi
dietro una fila di valigie
pronunciate
in punta di dita,
in lineare equilibrio
oltre
il desiderio infranto
che strapiomba
sul mio ritorno liquefatto.
INDOSSO
Indosso
i tuoi gesti rivelati
negli spazi di ghiaccio
pregando pietre congelate
mentre rimbocchi coperte
rubate ai sussurri
audaci di dicembre.
CODICI APPARENTI
Solo in apparenza declinava
l’invito ad una conversazione
il tuo sguardo semplificato;
eri ombra e sussurro di un albero,
fuori dal supermercato,
misuravi gesti rituali,
le spalle all’angolo, gli occhi socchiusi
a decifrare lo schedario della memoria.
Io non so impedire l’inevitabile sussulto
mentre tu scannerizzi i miei occhi
per impedire si trasformino
in codici a barre.
Giuseppe Mantovani è nato a Mantova l’11 settembre 1971. Dopo aver conseguito diploma di ragioneria, ha frequentato con assiduità corsi di arte e fotografia. Nonostante Giuseppe lavori nel settore automobili e si occupi di ricambi per le auto, ha continuato a mantenere vivo e a sviluppare il suo amore per la lettura e la letteratura, italiana e straniera. Da qualche anno frequenta un gruppo di poeti e scrittori con l’intento di promuovere e divulgare soprattutto la poesia. Ha iniziato a comporre poesie e scrivere racconti. Ha già un romanzo nel cassetto.
City è splendida, la preferisco 🙂
Grande Giuseppe gradevole ed eccellente sorpresa !
Gino tuo cugino