PROUST E MONET, I più begli occhi del XX secolo, di Giuliana Giulietti, Donzelli Editore, Collana Saggine (€ 17,00) è in libreria.
Il ruolo decisivo di Claude Monet nella formazione estetica di Marcel Proust e i punti di contatto tra le loro poetiche: ecco l’itinerario lungo il quale l’autrice di queste pagine ci accompagna, ripercorrendo le tappe più significative dei due percorsi creativi – dall’incompiuto Colazione sull’erba del giovane Monet all’incompiuto Jean Santeuil del giovane Proust, sino ai loro massimi capolavori, Le grandi decorazioni dell’Orangerie di Parigi e Alla ricerca del tempo perduto. Scopriamo così che l’elaborazione dei grandi temi proustiani – il tempo, l’oblio, la memoria involontaria – si è intrecciata alle meditazioni dello scrittore sulla pittura di Monet, dai primi dipinti impressionisti all’invenzione delle «serie», in particolare quelle delle Cattedrali, dei Mattini sulla Senna, delle Ninfee.
Con straordinaria acutezza e in ragione di profonde affinità, Proust intuiva che il vero «soggetto» di quelle serie meravigliose, che lui vedeva trascorrere da una tela all’altra, era il tempo, il tempo «sovrano reggitore e regolatore della nostra vita e dell’universo», che nel suo flusso nascosto trasporta in un perenne andirivieni, dal nulla verso il nulla, esseri e cose. Consapevole di quanto effimero fosse lo splendore dell’attimo che subito si spenge, Monet cercava con le «serie» di vincere – attraverso la durata – la caducità e l’oscura morte che l’accompagna. Dunque, per Monet come per Proust, l’opera d’arte diventa il luogo in cui fissare «una realtà che sta per lasciarci per sempre» e per ritrovare, nel felice presente della creazione, il tempo perduto.»
___________
Giuliana Giulietti è nata e vive a Livorno. Insegnante e bibliotecaria, ha collaborato per diversi anni come giornalista alle pagine culturali del quotidiano «Il Tirreno». Insieme a Mariolina Bertini, Vincenzo Farinella e Albarosa Lenzi Barontini, ha pubblicato nel 2006 il volume Intorno a Marcel Proust: musica, pittura, letteratura.
Grazie, signora Giulietti!