Opere Inedite, Gabriella Garofalo

Oggi a Opere Inedite ospitiamo le poesie di Gabriella Garofalo che mi scrive: “Cerco di trasformare tutte le mie riflessioni ed ossessioni in tentativi di poesia. Ci sono presenze da cui mi sento così attratta, direi quasi ipnotizzata, la luna, ad esempio, la scomparsa, il cielo, l’anima e scrivere è per me un continuo dialogo con loro, nella solitudine e nel silenzio delle mie ore.

Esito di questo dialogo ininterrotto è, qualche volta, una poesia.”
Gabriella Garofalo

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A sbalzi di vento
impervia al freddo la città prosegue-
lei in disparte al nero,
sa che luce l’antico rimedio
non funziona a imprevista caduta di rami-
poi cosa cambia, l’albero ne ha molti
e molti alberi, Padre, nel bosco che hai pensato-
non funziona a brusco disperdere
nuvole di cielo,
non funziona a notte che paralizza cielo-
e lei, Padre, lei deve ancora vederla
la fine che ti chiese-
l’anima, ricorda, non si pensa ospite in eterno
al contrario di tuo ramo, tua nuvola,
tuo cielo.

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A volte sembrano dislessici,
be’, non proprio,
ma esigono attenzione, ti cercano:
fratture malattie morte malanni
tra le parole regnano sovrani,
che audacia, che stile,
uomini e donne se raccontano
tra morsi al cibo, strette al fogliame-
solo merita luce fame che dismembra,
non chiede consenso alla parola,
guarda, l’afferra di corsa
getto di lava dove perde,
nasconde il desiderio:
non ha impedito corpi,
regole devastate,
germi che infestano l’aria
tenace come gramigna o madri-
l’eterno, poi, non fa mai silenzio,
diventa cieco a furia di domande-
o sprecato a reggerti la scena.

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Anomalo, per giunta una stortura-
cibo l’aria l’anima il respiro,
entrambi ne possiedono, ma solo
piante scomparse tornano ad aprile,
i dispersi malamente ripiegati
li senti prigionieri in grembo,
verde amnio perverso-
non ama far progetti,
cade parola ti spaventa suo pulsare,
non solo, se la ride di tuo fuoco astratto,
il desiderio-
è sua la vita e nessuna protesta
se corre insegue complice non getta
luna ad attimi incoerenti la sua luce-
ma muove lo sguardo di una donna,
spartirà l’acqua con luna piante scomparsa,
almeno così dicono i padri e non intende
rincorsa la materia, brandelli di cielo
il suo regalo-
colorati, certo, ma non sai che fartene
e non migrano.

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Casualità, dannata coincidenza, destino,
ma ti ritornano malconce le comete
a cielo bloccato e luce contusa-
quindi non azzardi l’ascia o il ferro
con scintilla fotovoltaica di anima-
nel fuoco inverso-
forse perde?-
nascono bambini, per batterie lese
vanno i dispersi a intermittenza,
lei semina colori battute
tra gelide distese di scaffali,
ti diventa radici le pietre sulle labbra
solo perché non ama l’esito,
perché tra libri ed erba le risponde
blu elettrico si annida
custode di alberi e tua rabbia-
ce la fai a raggiungerlo?
Attenta, non sono proprio uguali,
il suo è blu di un’origine che schiva-
il tuo soltanto desiderio.

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Gabriella Garofalo, nata a Foggia nel 1956, ha pubblicato tre raccolte di versi: Lo sguardo di Orfeo (Cesati editore, Firenze 1989), L’inverno di vetro (Edizioni dell’Arco, Milano 1995), Di altre stelle polari (Stampa spa, Brunello (Va) 2003).

2 pensieri su “Opere Inedite, Gabriella Garofalo

  1. carissima! le sue poesie sono sempre stupefacenti avrei tanto voglia di riabbracciarla ora che sono tornata in pianta stabile a milano.
    un caro saluto mara

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