Woyzeck, lo spettacolo di teatro carcere in scena il 6 giugno prossimo a Ferrara, realizzato grazie all’impegno del coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna. Un esempio, un momento per riflettere su quanto si può fare per il recupero e il reinserimento dei detenuti, una problematica sociale che in pochi hanno il coraggio di accettare e di affrontare.
L’appuntamento è per lunedì 6 giugno ore 21.00 al Teatro comunale di Ferrara – Teatro Nucleo e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, presentano Woyzeck di Georg Büchner, Laboratorio teatrale della CASA CIRCONDARIALE di Ferrara, regia Horacio Czertok, collaborazione alla regia Andrea Amaducci, scena e costumi Remi Boinot, immagini Marinella Rescigno, con il sostegno del Comune di Ferrara e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara.
TEATRO CARCERE IN EMILIA ROMAGNA è il protocollo nato per sviluppare progetti e proporre esperienze, laboratori, itinerari di un percorso che ha come principale finalità il recupero e il reinserimento sociale delle persone detenute.
Il teatro dunque non solo come esperienza legata alla rappresentazione scenica, ma come fondamentale funzione di collegamento con la società, per favorire nelle persone detenute il percorso di reinserimento sociale e la tutela del diritto alla salute intesa come benessere fisico, psichico e sociale.
Ma il teatro viene visto in quest’ambito anche come veicolo di crescita personale e opportunità di cambiamento per i detenuti-attori, in un mutamento delle modalità relazionali di chi vive l’esperienza del carcere.
Princìpi cardine su cui si è fondata un’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Coordinamento Teatro Carcere e Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria.
Attraverso le tappe, il progetto si propone di approfondire le tematiche relative al lavoro teatrale che da oltre un ventennio è portato avanti nelle carceri della regione. Saranno presentati momenti di lavoro, spettacoli, interventi e testimonianze che vedranno la partecipazione di ospiti di grande prestigio e permetteranno al pubblico di avvicinarsi alle pratiche e ai risultati artistici, ma anche al pensiero, al dibattito e alle sfide che il Teatro Carcere stimola e lancia al di là dei suoi perimetri.
Il laboratorio del Teatro Nucleo presso la casa circondariale di Ferrara è attivo dal 2005 con carattere di continuità.
Il laboratorio unitamente al coordinamento regionale si battono per generare realtà continuative e non episodiche.
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Woyzeck: “Continua il processo di crescita del laboratorio teatrale, attraverso il quale le storie degli attori-detenuti si confrontano con le grandi narrazioni della nostra cultura, perché dal confronto possa nascere nuova consapevolezza. Cresce anche e si consolida il lavoro musicale, con la “orchestra di strumenti informali”: nel “uozek”, come viene più famigliarmente nominato il nostro eroe, l’orchestra integra la costruzione narrativa dell’opera, compiendo un passo avanti in relazione al lavoro precedente. Il testo ci ha portato a riflettere sulla condizione di detenuto, del crimine, della giustizia, della pena. La proposta di Buchner ci sostiene, nella costruzione di un linguaggio che eluda il già detto, il già saputo: non siamo qui per raccontare storie, ma per fare in modo che scaturisca tra attori e spettatori la scintilla della poesia, nell’ora e qui della circostanza teatrale. Se questa scatta, allora forse potranno compiersi riflessioni di un qualche valore.
Poiché nel carcere non vi sono detenute femmine, Marie la si è dovuta inventare, e nel corso di una famosa improvvisazione abbiamo assistito all’apparizione di una straordinaria invenzione: Marie muore assassinata, si, ma è incinta, e gli attori hanno inscenato un parto : bisognava salvare il bambino. La morte che partorisce la vita. L’assassinio, si, e brutale, come vuole il testo : ma allora anche la speranza. Il teatro da molto al carcere, ma come si vede, anche il carcere diventa uno spazio in cui nuove intuizioni possono arricchire il teatro”. Horacio Czertok
Teatro Nucleo: QUESTO PROGETTO NON VUOLE ESSERE UN GESTO DI PIETÀ O DI SOLLIEVO PER I DETENUTI CHE NE FANNO L’ESPERIENZA, E NEMMENO UN’AZIONE PER IMPRESSIONARE UN PUBBLICO.
VUOLE SOPRATTUTTO PROVARE LA POSSIBILITÀ DI UN LINGUAGGIO ATTRAVERSO IL QUALE FARE INTERAGIRE E DIALOGARE CARCERE E MONDO, COME È GIUSTO CHE SIA TRA UNA PARTE E IL TUTTO A CUI ESSA APPARTIENE.
Lo spettacolo: Giovanissimo Büchner incappa in una notizia sul giornale: un barbiere ha ucciso l’amante e viene perciò processato e condannato. Buchner non scrive un vero e proprio testo, lascia solo una serie di scene che sarebbero dovute diventare testo. La leggerezza però e la concretezza del trattamento, in grande discontinuità con l’epoca, ne fanno un opera rivoluzionaria che segna la nascita della letteratura teatrale contemporanea.
La messa in scena di Woyzeck, oggetto di innumerevoli versioni lungo tutto il ‘900 – tra le quali un’opera di Alban Berg – soddisfa a pieno le esigenze di qualità del laboratorio teatrale:
Il confronto con la grande produzione drammaturgica consente ai detenuti-attori di osservare le proprie esperienze alla luce di intelligenze e sensibilità tra le più grandi della nostra cultura, e ciò non può che stimolare i processi di autoriflessione e acquisizione di consapevolezza.
Inoltre le caratteristiche di questo testo, una struttura aperta formata da quadri in successione, consentono di poter lavorare sia sui personaggi che sulle situazioni in modo frazionato rendendo possibile la partecipazione di tutti i detenuti, che possono essere coinvolti da subito senza che la qualità del lavoro venga pregiudicata.
Un grande ruolo di coesione e stabilizzazione della compagnia viene garantito anche dalla componente musicale che coinvolge tutti nello studio del tempo, del ritmo e dell’armonia.
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Horacio Czertok è un regista teatrale argentino naturalizzato italiano. È direttore della compagnia “Teatro Nucleo”, fondata nel 1974 e con sede a Ferrara, una delle poche compagnie che praticano una forma di spettacolo stilisticamente ispirato a modelli come Jerzy Grotowski o il Living Theatre. Alla fine degli anni ’70 il Teatro Nucleo aveva acquisito la fama di gruppo d’avanguardia provocatorio per alcuni spettacoli “scandalosi”. Nei primi anni ottanta, un periodo di collaborazione con Eugenio Barba e l’Odin Teatret determinò una svolta nel lavoro della compagnia. Czertok si concentrò maggiormente sulla sua “scuola di attori” e sulla ricerca di un metodo che fosse sintesi tra il “metodo Stanislavski” classico da un lato, e dall’altro le idee legate al “Terzo Teatro” e mutuate da Grotowski. Il periodo di coabitazione e vicinanza con gli ospiti dell’istituto psichiatrico fu occasione per i primi laboratori sperimentali con pazienti psichiatrici. Le attività erano incoraggiate dalla nuova dottrina appena introdotta da Franco Basaglia. A seguito di risultati incoraggianti, Czertok diventa docente nella Clinica Psichiatrica della Facoltà di Medicina dell’ Università di Ferrara ed è tra i fondatori del “CETT” (Centro di Studio sul Teatro nelle Terapie). Czertok ha pubblicato Teatro in esilio, Editoria&Spettacolo, Roma 2009.
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tel. 0532 202675.
Gli incontri e le dimostrazioni di lavoro sono a ingresso libero, gli spettacoli sono a pagamento.
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Woyzeck di Georg Büchner sarà a FERRARA il 6 GIUGNO e a MODENA 28-29 OTTOBRE 2011