Una bambina inglese della seconda metà del XVI secolo, che annegò nelle acque di un fiume mentre raccoglieva fiori nei pressi della diga di un mulino, potrebbe aver ispirato una delle più tragiche eroine della letteratura mondiale.
Uno studioso dell’Universita’ di Oxford, Steven Gunn, ha scoperto alcuni documenti che a suo parere potrebbe aver suggerito al grande drammaturgo inglese William Shakespeare (1564-1616) la triste fine di Ofelia nell’ “Amleto“.
Il professore di storia della letteratura moderna inglese Steven Gunn, che per quattro anni a Oxford ha partecipato a un gruppo di ricerca sulle possibili fonti di ispirazione dei drammi shakespeariani, ha annunciato in particolare il ritrovamento di un documento medico-legale, originariamente scritto in latino, che parla di una bimba di due anni e mezzo, di nome Jane Shaxspere, forse una cugino del grande scrittore elisabettiano, che morì annegata nel 1569. La tragica fine avvenne in una località chiamata Upton Warren,
sul fiume Salwarpe, a una ventina di chilometri da Stratford-upon-Avon, la città natale di Shakespeare.
Steven Gunn ritiene che vi sia una grande somiglianza tra la triste sorte della piccola caduta in acqua per raccogliere fiori e la morte di Ofelia, ormai in preda alla follia, che sprofonda nel fiume. Shakespeare aveva cinque anni all’epoca della tragedia di Jane Shaxspere e avrebbe scritto “Amleto” solo 31 anni più tardi, ma gli accademici ritengono credibile che la piccola possa aver ispirato il personaggio di Ofelia.
La professoressa Emma Smith dell’Università di Oxford, interpellata dalla Bbc, ha dichiarato: “E’ molto probabile che Shakespeare fosse a conoscenza di questo tragico evento, che forse riemerse nella sua mente mentre scriveva la scena poetica della morte di Ofelia”.
(Nell’immagine in alto Ofelia ritratta da John William Waterhouse, 1910)