Oggi a Opere Inedite pubblichiamo le poesie di Lorenzo Caschetta, che è nato e vive a Modena, nel 1975, ma è di origini lucane. Il suo primo libro di poesie “Carta annonaria”, ha vinto il Premio Saba sezione giovani nel 2005.
Altre sue poesie sono uscite nell’Almanacco dello Specchio Mondadori 2009.
Lorenzo mi scrive: “Tra i miei poeti di riferimento ci sono Rocco Scotellaro e Maurizio Cucchi, tra le poetesse Wislawa Szymborska.” E poi aggiunge: “Scrivere è per me una liberazione che si paga anche con il silenzio e sempre di persona.” Una frase secca, senza nulla aggiungere. Ed effettivamente leggendo la poesia di Lorenzo si ha una sensazione netta, precisa. La sua voce sembra giungere da una segregazione, che fa risuonare, nella stanza, la voce della poesia.
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da “Olivo, passero, filo di vento”
“Ritorno al bugigattolo del mio paese”
Rocco Scotellaro
A mio padre
*
In attesa
Fuma nel buio in cui si annida il morso
i denti imbevuti di gelo.
Dopo tutta questa neve
cosa può farmi un istante di sonno.
*
PaternosterHai richiamato gli occhi allo sguardo
senza voce, da loro a me,
al Paternoster chiuso nel suo vetro.
Mani così lontane dal trattenere qualcosa
solo la traiettoria delle dita al pensiero
di salutare i doni.
*
Falsi amici
Si fanno avanti i falsi amici
ospitali nelle intenzioni
espressioni d’argento e d’oro fatuo
in una lingua che credevo di sapere
fino a ieri, fino al nodo
che lega insieme i suoi passaggi segreti
e svela tutt’altro senso compiuto.
*
Molto lontano da Damiel
L’odore dello zolfo dalla vite
l’ombra del gelso sulla torre
l’acqua fresca di pozzo dal secchio
un compasso femminile spalancato
il varietà con Manfredi giovane
al cinema sfottendovi con Mario
la tua Cinquecento nuova
Roma com’era negli anni Sessanta
il Vulture nel più bel verde che ricordi
le lettere di tuo fratello dalla Spagna
la casa del faro di Salina
l’abbraccio di Gregorio alla stazione
la mano che ti prende la valigia
il buongiorno dei Francesi
il paese di Rocco per l’indomani
un valzer con la madre della sposa
la radiolina all’orecchio per la notte.
*
In guanti bianchi
Portava sul palmo una teoria
di calici altezzosi effervescenze di rango
sfiorato dalla boria degli sguardi
toccato da ogni sorta di capricci
lui poco più di niente
un viso piacevole una schiena curva
impeccabile bianco a comando.
Il nero non è dato, il nero si perde
negli avanzi consumati in piedi
nelle mance segrete di quegli anni,
fra le radiose primavere di Roma.
*
Liquido di governo
Il cielo in cui leggevi l’ora e il vento
mi sfugge in alto.
Cammino in un liquido di governo.
Contro il vetro lo spettacolo di noi
che blocchiamo la coda a spartirci
pochi euro in piedi, fra gli altri
e firmo il foglio di estinto con questa
che non sembra la mia calligrafia.
di Lorenzo Caschetta
grazie Lorenzo
grazie lorenzo per tutto ciò che ci doni