E’ contento, sorpreso, Edoardo Nesi di essere al primo posto, con 60 voti, nella cinquina del Premio Strega ma sa anche che non è ancora il momento di cantare vittoria per ‘Storia della mia gente’ (Bompiani) sulla sua Prato invasa dai cinesi.”Speravo e pensavo di entrare in cinquina ma ero convinto di arrivare al terzo posto. La prima sensazione ieri sera è stata di sorpresa. Ma so che i giochi sono tutti fare, purtroppo per me” dice lo scrittore, il giorno dopo la designazione della cinquina a Casa Bellonci.
La cosa piu’ importante è che “lo Strega si occupi del tema del mio libro. Ho provato a raccontare con la mia storia la caduta della piccola industria di provincia e i licenziamenti di eserciti di persone. Questo contribuisce a spiegare perchè abbiamo un 30 per cento di disoccupazione giovanile” spiega lo scrittore che è stato imprenditore. “Al ministro Brunetta andrebbe spiegato – continua – che non può dire ai precari di andare a scaricare le cassette al mercato perche’ lui e il suo amico Berlusconi hanno dichiarato che c’era un nuovo grande miracolo italiano. Qualcosa non torna”.
Dopo Nesi sono entrati a sorpresa in cinquina, con 49 voti a pari merito, Bruno Arpia con ‘L’energia del vuoto’ (Guanda), Mario Desiati con ‘Ternitti’ (Mondadori) e Mariapia Veladiano con ‘La vita accanto’ (Einaudi) seguiti, all’ultimo posto, da Luciana Castellina con ‘La scoperta del mondo’ (Nottetempo), con 45 voti, che stasera faranno la loro prima uscita pubblica al Festival Letterature della Basilica di Massenzio.
La gara a Villa Giulia, giovedì 7 luglio per l’elezione del vincitore, è tutta aperta. E Nesi sembra esserne consapevole anche se non vuole entrare nei meccanismi elettorali del premio su cui pesano le polemiche per le vittorie consecutive del Gruppo Mondadori negli ultimi quattro anni.
“Si riparte da zero. Già questa mattina si cominciava a pensare alla finale. La cosa bella e’ che in fondo la sorpresa è quella delle votazioni. Tutto è stato diverso da come si pensava, ieri” spiega Nesi che è già stato finalista al Premio Strega nel 2005 con ‘L’eta’ dell’oro’ arrivando anche quella volta primo in cinquina.
“Non vuol dire nulla aver raggiunto questo risultato, alle volte in finale le cose possono cambiare. Nel 2005 arrivai primo dei cinque finalisti e dopo no. So di che si tratta”.
Il gruppo Mondadori fra l’altro dovrà decidere come orientare i suoi voti fra Mariapia Veladiano e Mario Desiati, quest’ultimo amico di Nesi, con il quale condivide il legame con Fandango (Desiati è direttore editoriale e Nesi è fra i soci della casa editrice di Domenico Procacci).
Questo potrebbe far gioco all’autore Bompiani ma è tutto da vedere. “Con Mario ci sentiamo spesso, anche in questi giorni. E’ una situazione inconsueta ma siamo amici. Sui meccanismi di voto – continua – ci sono diverse scuole di pensiero ma non mi azzardo a fare previsioni che vengono sconfessate. Uno scrittore
lo Strega lo prende come è. A me affascina molto il meccanismo dei voti, tra i giurati ci sono personaggi di grande levatura e le polemiche mi divertono. E’ una cosa molto italiana, rinascimentale, a me piace”.
Nesi, originario di Prato, dove è nato nel 1964, è convinto che sia “compito della letteratura anche cercare di interpretare il reale. E’ successo negli anni Cinquanta e Sessanta quando autori più importanti di me si sono presi la briga di raccontare il reale” sottolinea parlando di ‘Storia della mia gente’, sostenuto allo Strega da due ex vincitori come Sandro Veronesi, suo grande amico, e Antonio Pennacchi al quale mi lega, dice lo scrittore, “una stima profonda”.