Dal 20 giugno al 31 luglio il Palazzo Incontro di Roma ospita la mostra “Dante poeta e italiano, legato con amore in un volume“: saranno esposti manoscritti, antiche stampe, volumi illustrati, quadri e sculture provenienti dalla collezione privata dell’imprenditore torinese, appassionato dantista, Livio Ambrogio. Promossa dalla Provincia di Roma, la mostra, ideata dalla Casa di Dante in Roma e dal Centro Pio Rajna – Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica, è stata organizzata in collaborazione con Civita e con la Libreria antiquaria Philobiblon. Il catalogo verrà pubblicato dalla Salerno Editrice.
Frutto di trent’anni di passione per i libri e i cimeli danteschi, la collezione spazia su ben sette secoli di tradizione, manoscritta e a stampa, delle opere di Dante Alighieri e, formata da più di mille volumi, costituisce oggi la raccolta dantesca più vasta e importante di proprietà di un collezionista privato. Nella raccolta figurano, oltre alle principali edizioni della Divina Commedia, dalle origini della stampa ad oggi, in Italia e all’estero, le prime edizioni delle altre opere del grande poeta fiorentino, le principali traduzioni in altre lingue e una densa selezione di critica dantesca dal XVI al XX secolo.
La raccolta accoglie una significativa campionatura della tradizione manoscritta, rappresentata da una serie
di splendidi codici trecenteschi e quattrocenteschi della Commedia e da alcuni frammenti – membranacei e cartacei – risalenti al XVI e al XV secolo.
Sono inoltre presenti tredici edizioni incunabole tra le quali – oltre al Lattanzio impresso a Roma dai prototipografi Sweynheim e Pannartz nel 1468, che contiene la prima citazione tratta dalla Commedia mai apparsa in un testo a stampa – figurano la rarissima princeps del poema stampata a Foligno da Johann Neumeister nel 1472 e l’ancor più rara seconda edizione, impressa a Mantova sempre nel 1472.
Seguono – per ricordare le più importanti – la stampa veneziana uscita dai torchi di Vindelino da Spira nel 1477 in un esemplare annotato dal letterato e accademico fiorentino Vincenzo Buonanni, quella milanese del 1478, il Dante fiorentino di Lorenzo della Magna del 1481, con il commento di Cristoforo Landino, quelle, sempre veneziane, di Ottaviano Scoto del 1484, di Bernardino Benali e Matteo Capocasa del 1491, di Pietro Piasi sempre del 1491, di Pietro Quarenghi del 1497. Tra gli incunaboli va infine ricordata anche la
prima edizione del Convivio impressa a Firenze da Francesco Bonaccorsi nel 1490.
La Raccolta include inoltre tutte le edizioni della Commedia stampate durante il XVI secolo, a partire dal celebre volumetto in-8° piccolo della Divina Commedia del 1502 stampato da Aldo Manuzio per le cure di Pietro Bembo, con il titolo Le terze rime di Dante, e dalla sua coeva contraffazione lionese risalente al
1502-1503 circa. Si passa poi alla seconda edizione del poema stampata dallo stesso Aldo nel 1515 e al Dante col sito e forma dell’Inferno impresso a Venezia da Paganino Paganini intorno al 1515: presente in
un esemplare d’eccezione, trattandosi dell’unica copia conosciuta impressa su pergamena.
Tra le altre edizioni è presente anche quella importantissima pubblicata dall’Accademia della Crusca nel 1595, la prima con varianti testuali, in un prezioso esemplare con dedica della stessa Accademia a
Bastiano de’ Rossi.
Oltre alle sole tre edizioni stampate nel corso del Seicento, sono presenti le stampe più importanti e pregevoli del Settecento e dell’Ottocento, tra le quali vanno ricordate quella uscita dai torchi veneziani di Antonio Zatta tra il 1757 e il 1758 – in una straordinaria copia su carta azzurra e un’altra con le tavole tirate a più colori -, quella di Bodoni del 1795, per giungere, passando attraverso una significativa serie di volumi del XIX secolo, alla Commedia illustrata da John Flaxman, a quella contenente i disegni di Gustavo Doré, ai capolavori tipografici prodotti dalla Stamperia di Tallone.