Opere Inedite, Luigi Roscigno

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Luigi Roscigno mi scrive: “Sento che la poesia nasce fatalmente prima del verso, come il fulmine, fatalmente prima del tuono. La prima è luce acuminata; il secondo, soltanto il fragore che fa l’anima essendo stata attraversata dalla prima. Due estensioni, mi fanno a metà.” 

Sono di grande forza espressiva i versi di Luigi, giovane poeta che mi scrive: “Vengo al mondo 24 anni fa, sotto il segno del Capricorno, proprio come il mio ‘idolo letterario’ Vittorio Alfieri.
Lo ‘voglio fortemente’, il 27 dicembre 1986. Salerno è la città.
Salerno perduta, indimenticata, ritrovata. La mia storia e quella dei miei cari orbita tutta intorno a queste tappe.”

 Il poeta della ‘volontà’ potrei definire Luigi Roscigno, che mi scrive ancora: “Nella Torino che ‘ci dà il pane’ trascorro un’infanzia vivace al punto da diventare ‘l’incubo’ dei miei insegnanti che proprio non riescono a impormi la loro autorità. La condotta è pessima, il rendimento sorprendente.
Poi il ‘rientro’ a Salerno, dopo quattordici anni. Per me sono gli anni del liceo.


Qui, per lo sprone dell’indimenticata Elvira – docente di lettere ma anzitutto donna eccezionale che il Cielo avrà per sempre in Gloria – comincio a comporre in versi e, al contempo, dedico sempre più tempo all’approfondimento di quelle opere che hanno fatto la storia della nostra letteratura.
Oggi, studio presso la facoltà di Lettere e Filosofia della mia città.
La seconda metà del 2010 marca il mio esordio di “autore pubblicato”. Da questo momento, infatti, mie liriche sono presenti su riviste e antologie del settore.
Per la fine del 2011 è prevista l’uscita de La Banda di Caldarrosta e il nobile cuore del Sovrano dei boschi, il mio primo libro per ragazzi con prefazione di Gabriele La Porta.”

di Luigi Roscigno

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“Le tue parole sono dei fiori che possono e che devono sbocciare interiormente nella Psiche… vedrai, improvvisamente si schiuderanno e ne coglierai l’essenza…”
(Gabriele La Porta)

“Lo spirito della poesia del Piccolo Ammiraglio Naufrago è a un pelo dal ricordare Rimbaud.”
(Laila Cresta, redattrice della rivista Writers Magazine)

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È un vortice di spada

È un vortice di spada,
il sole del tramonto,
un vortice che recide il cielo
e l’anima;
che mescola il cielo all’anima
finché una nebula ne nasce,
che sale,
s’effonde,
che sbriciola il corpo
nel suo grembo di tuono;
che s’assottiglia,
scompare,
che lascia occhi rovesci
sulla soglia del cosmo.

È un vortice di spada,
il sole del tramonto,
un vortice, il sole
della mia tristezza.

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In questa notte di luna tagliente

In questa notte di luna tagliente
sta’ come la quercia, madre mia,
che fa da schermo al getto suo
quando il vento vuol svellerlo

a lei, che sommessamente l’ama
d’amore infinito e impenetrabile.
Sii, tu, della stessa tempra
e incorruttibile più della pietra,

in questa notte di luna tagliente,
non cedere alla vecchiaia ma
come lei, sta’ immobile nel vento

innanzi al getto tuo
ora che Morte vuol svellerlo
a te, che sommessamente l’ami

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In vetta ho ammaestrato rapaci

In vetta
ho abbattuto nubi,
dissipato stormi,
domato venti,
soffocato tempeste;
ho ammaestrato rapaci
che a me ti dessero,
non importa se vivo
se morto
se intero o a brandelli:
ho ammaestrato rapaci
che a me ti dessero!
Eppure non t’ebbi
e senza te più nulla
avrò.
Più nulla, ormai
che la stretta di quest’edera
s’allenta
e che in terra schiude
le sue fauci Inferno.

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L’impronta (sull’anima)

Se mi lasciassi ancora,
come facevi,
guardarti l’anima mentre si monda,
credimi,
nemmeno in Paradiso ti perderei.
Che su quella,
la mia,
lasciò di sé il segno,
come un’impronta
che per quanto mi sforzi ricordare non posso
né lavare tu puoi.

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Nell’óra che soffia

Mi lasci,
come nube la roccia:

alata …

nell’óra che soffia,
che strugge,
che muta.

E imploro che il cielo t’inghiotta:

in fretta …

se seguirti nell’óra non posso

che in fretta t’inghiotta!

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Vertigine di un pino

Sull’orlo del baratro
stavi superbo;
poi t’azzannò un tifone
e ne conoscesti l’alito.
Da allora, su di esso sporgi
recline
eppure tanto più saldo,
recline
eppure tanto più grato,
recline
sulla pietra recline
che t’accolse germoglio.

4 pensieri su “Opere Inedite, Luigi Roscigno

  1. Cara Luigia,

    La ringrazio di cuore per l’opportunità che mi concede. Davvero. Grazie anche per le belle parole.
    Un abbraccio grande come il Mondo!

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