L’Italia agli italiani, Versi inediti veri o presunti di Giacomo Leopardi è un libro pubblicato da Lorenza Rocco Carbone per le Edizioni Scientifiche Italiane nel 2011.
Il saggio si fonda su quella che viene definita ‘La scoperta di un inedito leopardiano’ affidato dal Prof. Nicola Ruggiero, grande cultore del poeta di Recanati, alla Rocco Carbone: “Cara Lorenza, in questa busta compiego le copie fotostatiche de ‘L’Italia agli italiani’ ingrandite e colgo l’occasione per dire che a questo scritto non ho mai dedicato particolare attenzione, rimandandone sempre la pubblicazione e la diffusione: potrei dire che sei stata tu a scoprirla nel momento giusto con quell’intuito di cui la Provvidenza ha dotato le donne. Sarebbe stato un peccato e una disattenzione grave da parte mia lasciar passare questo momento magico senza tirarlo fuori e consentire la divulgazione…”
di Nicola Ruggiero
“Religiose, ereditrici, austere sorgon le tombe” e ancora ”Non si spenda (prezioso tesoro) in basse cose l’italo affetto”: sono le parole contenute nello scritto autografo attribuito a Giacomo Leopardi dal titolo emblematico ”L’Italia agli Italiani”. Un autografo incollato dietro un’edizione dei ”Canti” leopardiani del 1836, custodito per oltre quarant’anni da Nicola Ruggiero. Autografo destinato a suscitare discussioni e confronti d’opinione, soprattutto sulla sua stessa attribuzione. Si tratta di un’ode di 89 versi, scritta, come si legge nel sottotitolo ”sulle soscrizioni aperte in Milano per un monumento funebre” a Maria Malibran, leggendaria soprano morta il 23 settembre 1836.
Il libro
Quale occasione migliore che i 150 anni dell’Unità d’Italia per divulgare uno scritto autografo di Giacomo Leopardi dal titolo emblematico L’Italia agli Italiani? Autografo, come dicevamo, destinato a suscitare discussioni e confronti d’opinione. Lorenza Rocco Carbone sceglie come sottotitolo Versi inediti veri o presunti di Giacomo Leopardi. Prudenza di studiosa di provata onestà intellettuale? Eppure… «con intelletto d’amore» ricerca motivi squisitamente leopardiani inoppugnabili quanto intriganti.
Un caso letterario?
Il dibattito è aperto.
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Lorenza Rocco Carbone, direttore della rassegna bimestrale di cultura “Silarus”, ha pubblicato numerosi saggi di storia, filosofia letteratura moderna e contemporanea: da Duns Scoto a Nicola Abbagnano, da Carlo
Goldoni a Ungaretti, a Leopardi, a Mario Luzi. Specialista nell’analisi delle grandi figure femminili nella Letteratura, ha pubblicato saggi su Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Elsa Morante, Eleonora Fonseca Pimentel. Organizzatrice culturale, è stata più volte premiata per la saggistica e la poesia in importanti concorsi nazionali e internazionali. Collabora alle riviste “Nuova Secondaria”, Realtà Nuova”, “le Muse”, “Epistemologia didattica”.
«Much ado about nothing», ovvero molto rumore per nulla…Il manoscritto non è affatto autografo, né può definirsi un falso, perché è un apografo, cioè una copia: di Leopardi, sì; ma… non del nostro Giacomino. E altro che «Versi inediti»! Ripetutamente editi, nell’Ottocento. Dimostrazione inappellabile al seg. indirizzo:
http://www.fregnani.it/splash/falsi_1.htm
Aristarco
E’ vergognoso che si cerchi la notorietà spacciando per versi di Giacomo questi versacci di Pietro Leopardi. L’equivoco era già sorto durante la vita del grande Recanatese elo aveva amareggiato non poco. Passi pure per gli sprovveduti, ma persone “del mestiere” possono fare queste figuracce sproloquiando perfino in sedi prestigiose?
Com’e’ vivace la nostra lingua! Come trasmette l’emozione!
Spacciando… versacci…figuracce… Dimostrazione inappellabile… non del nostro Giacomino…