Bartolomeo Pietromarchi è il nuovo direttore del Macro, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Direttore del programma di arte contemporanea della fondazione Adriano Olivetti dal 1997 al 2003, direttore della stessa fondazione dal 2003 al 2007, poi collaborazioni alla Bicocca di Milano e, da ultimo, al MAXXI, Pietromarchi succede a Luca Massimo Barbero.
La presentazione ufficiale si è svolta il 4 luglio 2011 durante una conferenza stampa nella sede del museo in via Reggio Emilia, cui è intervenuto anche l’assessore capitolino alla Cultura, Dino Gasperini. Si è
parlato dell’impronta che la nuova direzione darà ad una struttura che comprende anche gli spazi espositivi di Testaccio e della costituzione della Fondazione che dovrà rilanciarne l’attività.
“Entro fine mese sarà pronta la delibera per l’istituzione del museo – ha spiegato Gasperini – che
consentirà l’attribuzione della collezione e degli spazi di Testaccio con i due nuovi padiglioni. A settembre presenteremo lo statuto della Fondazione che contiamo di costituire ufficialmente entro l’anno. Questa ci permetterà di allargare le partnership e le fonti di finanziamento, magari anche con l’ingresso di istituzioni e realtà pubbliche. Ma è ancora tutto da vedere”.
Nessuna anticipazione, dunque, sui possibili partner, ma dovranno essere “grossi e diversificati all’interno
della Fondazione, soggetti che garantiscano pluralita’ così da evitare la presenza ingombrante di un’unica forza economica”.
Intanto, nel bilancio di previsione 2011 in discussione all’Assemblea Capitolina, “verranno stanziati – ha aggiunto l’assessore – 2 milioni di euro, il doppio di quanto ci sia mai stato per il Macro, con i quali
arriviamo a 3,2 milioni per quest’anno, a 4 milioni con le risorse dei privati. A questi potrà aggiungersi un altro finanziamento in sede di assestamento di bilancio”.
Quanto ai contenuti culturali ed artistici del nuovo corso del museo, Pietromarchi ha sottolineato che “abbiamo a che fare con spazi differenti e modulabili, che vanno legati a un’offerta culturale che tenga fortemente presente questo aspetto”.
Secondo il neo-direttore va data anche attenzione alla “valorizzazione degli artisti che il territorio è in grado di produrre, e che hanno bisogno non solo di essere esposti ma di confrontarsi con un contesto internazionale”. Pietromarchi non ha dato dettagli su iniziative o esposizioni future, “non ho alcun progetto nel cassetto, devo prima entrare nella struttura, capire cosa c’è e cosa si può portare avanti”. Ma l’idea di fondo è già abbastanza chiara: “Roma può giocarsi le sue carte, perchè il Maxxi sta svolgendo il suo ruolo e il Macro dovrà essergli complementare: una struttura flessibile e veloce nel captare segnali nuovi nella cultura e nell’arte”.