Micael Krüger, Premio Cetonaverde Internazionale alla carriera

I Vincitori della V Edizione del prestigioso Premio Cetonaverde 2011, sono stati annunciati dalla Presidentessa del Premio Mariella Cerutti Marocco, selezionati dalla giuria presieduta da Maurizio Cucchi. I vincitori sono: Corrado Calabrò Premio Cetonaverde in memoria di  Luigi e Tere Cerutti; Premio Poesia Edita a Milo De Angelis con il libro Quell’andarsene nel buio dei cortili edizioni Mondadori 2010; Premio internazionale alla carriera a Micael  Krüger (nella foto).
“It is a great honour for me to get a prize in Italy, the country of some of the greatest poets of the 20th. century, Ungaretti, Montale, Pavese, Luzi – all of them (and many others) I published in my country. And I am deeply indebted to Anna Maria Carpi for her translation.”
Michael Krüger

“Sono molto onorato di ricevere un premio in Italia, il paese di alcuni dei più grandi poetri del XX secolo, Ungaretti, Montale, Pavese, Luzi – tutti loro (e molti altri) – li ho anche pubblicati nel mio paese. E io sono molto riconoscente a Anna Maria Carpi per la sua traduzione”.
Michael Krüger

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Michael Krüger, Premio Internazionale alla carriera, noto ai lettori italiani per le diverse traduzioni delle sue opere di prosa e di poesia, è nato nel 1943 a Wittgendorf, in Sassonia. Attualmente vive a Monaco di Baviera, dove dirige la casa editrice Hanser Verlag, di chiara fama internazionale. È responsabile della rivista letteraria Akzente e instancabile curatore di volumi di poesie. Dal 1976 a oggi ha pubblicato circa trenta opere alternando con sorprendente assiduità raccolte di poesie, romanzi e novelle. Della sua produzione in prosa sono usciti in Italia ‘Perché Pechino’, Einaudi 198, ‘Il ritorno di Himmelfarb’, Frassinelli 1995, ‘La violoncellista’, Einaudi 2002, ‘Commedia torinese’, Einaudi 2007, mentre la sua poesia è presente da noi nelle tre antologie: ‘Di notte tra gli alberi’, Donzelli 2002, ‘Poco prima del temporale’, Frassinelli 2005 e ‘Il coro del mondo. Poesie 2001-2010’, Mondadori 2010.

So già cosa mi aspetta, oltre alla pioggia,
novembre. Il futuro non conosce
nessuna nicchia, anche le domeniche occupa
fino a tutto settembre. Bisogna essere
bambini, per gioire del prossimo aprile,
e maggio, anche se misurato, è pieno
di false attese. E giugno?
Imbrattato di scrupoli,
le circostanze inevitabili della vita.
Ad ore mi si consuma
il tempo, anche ad agosto. Se resto
in vita ci vedremo a dicembre,
non dimenticarti quello che volevi
chiedermi. C’è ancora un giorno libero,
poco prima la fine dell’anno.
Per sempre resterà il desiderio
di non volere sapere quando
ci raggiungerà la disgrazia, che non
è segnata sul calendario.

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