Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino
Ha raccontato la sua vita in un libro che sembra un film ma ha anche detto di essersi preso qualche licenza: “c’è la mia storia, ma non tutto quello che ho scritto è realmente accaduto”. Così Emir Kusturica ha presentato il suo libro ‘Dove sono in questa storia’ – Feltrinelli 2011, traduzione di Alice Parmeggiani Dri a Parma, nell’incontro conclusivo dell’Ottavo Festival della poesia che si è svolto nella città emiliana.
Il grande regista di Sarajevo ha parlato delle sue passioni e dei suoi maestri, citando in particolare Fellini la cui morte “mi colpì più della caduta del Muro di Berlino”. Tanti gli aneddoti – come quel capolavoro di ‘Amarcord’ rivisto quattro volte perché nelle prime tre, ancora giovane studente, si era addormentato – ma anche le notizie sui prossimi film: Kusturica ha infatti spiegato che il suo prossimo progetto su Pancho Villa sarà un film di sette capitoli con Benicio Del Toro come protagonista. “Ne vorrei fare una sorta di spaghetti western – ha detto, un poco com’è alla maniera di Sergio Leone”. Ma il grande regista ha un altro progetto nel cassetto a cui tiene molto e che riguarda da vicino Parma e l’Italia: ‘Verdiana’”.
Più che un film su Verdi si tratterà di un film con le musiche di Verdi: “sarà qualcosa di insolito e di
profondamente italiano: Verdi è uno dei più grandi personaggi della musica insieme alla mia band, il ‘No smoking orchestra’, ho voluto raccogliere questa sfida, cercando di portare Verdi ai giorni nostri”.
Il libro
Nel millenovecentosessantuno Jurij Gagarin volò nello spazio, e io andai a scuola.” Inizia così il primo dei diciassette capitoli con i quali l’istrionico regista Emir Kusturica apre il proprio album di famiglia e racconta la sua storia. Senza risparmiare nessuno, né se stesso né gli altri. Ci sono voluti quindici anni per mettere insieme autobiografia, cronaca e storie degne dei suoi migliori film, e raccontare una vicenda autentica, emozionante, sorprendente e provocatoria, nella quale si riflette la storia della seconda metà del ventesimo secolo. L’infanzia, la Sarajevo degli anni sessanta, Tito e Charlie Chaplin, l’amore per la futura moglie Maja e la scuola di cinema a Praga, Fellini, Ivo Andric´ e Dostoevskij, i primi lungometraggi – Ti ricordi di Dolly Bell? , Papà… è in viaggio d’affari e Il tempo dei gitani -, l’America, Johnny Depp e Arizona Dream, Underground e la guerra, la fine della Jugoslavia e quella di suo padre, la morte di Dio, quella dei rapporti con i vecchi amici e con Sarajevo, Miloševic´ e la malattia della madre. Autobiografia di un artista geniale, Dove sono in questa storia è sì il “diario politico di un idiota”, secondo le parole dello stesso autore, ma soprattutto il racconto sincero della sua storia personale, l’adattamento letterario del film della sua vita.