DAN COLEN: “Trash”.
Alla Gagosian Gallery di Roma dal 19 settembre al 5 novembre 2011. Inaugurazione alla presenza dell’artista lunedì, 19 settembre, dalle 18:00 alle 20:00.
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“Mi interessa utilizzare il “mondo reale” come materia e forza nel mio processo artistico. Mi piace il modo in cui questi materiali sfuggono in parte al mio controllo, facendo emergere un futuro incerto ma allo stesso tempo dando vita ad un lavoro più definito. Questi materiali hanno una storia, non necessariamente una che io conosca, ma di certo ne hanno una. Non importa quanto io ci provi, gli “oggetti reali” posseggono un’infinità che non riuscirei a definire attraverso la pittura o la scultura.”
Dan Colen
La prima grande mostra di Dan Colen a Roma.
In “Poetry”, l’importante mostra tenutasi nel 2010 presso la Gagosian Gallery di New York, Colen si è avvicinato alla realtà scavandone le potenzialità metafisiche. Invece che ingannare lo sguardo con tecniche che emulano materiali reali, l’artista li aveva effettivamente utilizzati- un muro di mattoni, una rampa e una fila di motociclette personalizzate – trasformandoli in atti audaci e singolari, su scala così imponente da rispecchiare in pieno la sua passione per l’ambiente. Da allora Colen spinge il suo lavoro, coadiuvato anche da un gruppo di assidui collaboratori, verso un regno prettamente e consapevolmente informale; il segno che ne scaturisce (la traccia dell’azione) invece che venire sublimato o nascosto, resta così vivo e visibile. Il tentativo di tenere il controllo su ciò che emerge mantenendo comunque intatta la purezza dell’azione, rappresenta la lotta continua, interna ed esterna, che nutre la relazione tra Colen e la sua opera.
L’attuale fase creativa dell’artista ricorda il flâneur di Charles Baudelaire “che vaga per la città per conoscerla”. Se da un lato Baudelaire definiva il flâneur un dandy disinteressato dotato di potere di
osservazione distaccato, sebbene perspicace in ambito estetico, dall’altro gli attribuiva un ruolo chiave di comprensione, partecipazione e rappresentazione della città. Il flâneur ha acquisito gradualmente significato storico e sociale, fino a diventare punto di riferimento per comprendere i fenomeni urbani e la modernità, nonchè simbolo di un modo unico e filosofico di vivere e pensare. Colen ripercorre i margini estetici di artisti di strada – da Robert Rauschenberg a David Hammons e Gabriel Orozco – per ridare vita all’essenza e alla sintassi della pittura, unendo l’intensità della vita reale alla riflessione sui temi dell’immanenza e dell’introspezione.
La mostra “Trash” rende evidente e tangibile il modo in cui l’artista ha imparato a lavorare con oggetti e
materiali di scarto indagando le storie di ognuno e mostrandone le energie latenti – come attrezzi di pittura, impronte, ed elementi fisici che a volte rimangono incollati sulla tela cessando di muoversi. Gli intensi dipinti di Colen ripropongono le ricerche sulla gravità e sul concetto di superficie come piano d’appoggio caratteristiche della metà del secolo scorso. Gli esperimenti radicali dei suoi predecessori erano composti da numerosi elementi — dalla pittura pura all’oggetto riutilizzato — la cui somma totale costituiva l’opera. Qui l’energico scarto di strada — una scarpa infradito, un barattolo di vernice, stracci, corde, bottiglie, gomme e così via – diventa lo strumento attraverso il quale l’atto pittorico si anima sulla tela fino a che entrambe le componenti, l’oggetto e la pittura, raggiungono la quiete. Così ogni dipinto rimane una testimonianza forte e fresca del presente e di un’esperienza viscerale, donando momenti inattesi di trascendenza.
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Dan Colen è nato nel 1979 nel New Jersey e si è laureato in Pittura presso la Rhode Island School of Art and Design nel 2001. Ha partecipato alla Whitney Biennial, New York (2006) e alle mostre “USA Today” presso la Royal Academy, Londra (2006); “Defamation of Character” presso il PS1 Contemporary Art Center, Long Island, New York (2006) e “Fantastic Politics” presso il National Museum of Art, Architecture and Design, Oslo (2006). Tra le mostre più recenti si annoverano “Skin Fruit: Selections from the Dakis Joannou Collection” presso il New Museum di New York (2010) e “Peanuts” presso l’Astrup Fearnley Museum di Oslo (2011).
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Sopra: DAN COLEN “There was no possibility of a bargain being struck”, 2011, Trash and paint on canvas, 110 x 87 3/8 x 8 7/8 inches, (279.5 x 222 x 22.5cm). Photo by Giorgio Benni.