Opere Inedite, Loredana Savelli

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Il rapporto che Loredana Savelli ha con la poesia? “E’ come andare a caccia di segreti. Più scrivo, più mi pare di essere sulla soglia di una rivelazione. Con ciò non intendo la Rivelazione trascendente, intendo la ‘semplice’ realtà, assumendo che essa non sia come appare ai nostri sensi o, se vogliamo, è esattamente come appare ai nostri sensi ma diversa da come appare agli altri. Sembrano paradossi, contraddizioni, secondo me corrispondono alla complessità in cui viviamo. Se la realtà è molteplice, polivalente, ogni visione è ammissibile, lo dico in senso positivo, non si rischia il relativismo. E’ così che intendo la poesia, sostanzialmente una domanda a risposta aperta, essa provoca un terremoto interiore, un turbamento che arriva (se arriva) ai lettori. Anche le letture possono essere plurime e addirittura divergenti rispetto alle intenzioni dell’autore.”

“La mia poesia spesso nasce da un disagio, – scrive Loredana – a volte direi quasi da una sorta di pigrizia nell’affrontare la realtà. Si preannuncia col bisogno di mettere un po’ in ordine i pensieri, distratti dietro qualche parola che risuona riflettendo quanto leggo o ascolto, vivendo la concretezza quotidiana. Mi siedo davanti al monitor e comincio a scrivere, senza pormi limiti. Quindi rileggo e inizio a capire cosa voglio dire, ricostruisco lo stato d’animo, aggiungo o levo dettagli, limo la forma. Il tutto avviene piuttosto velocemente o non avviene. A distanza di tempo rivedo il testo e a volte opero correzioni (tagli) sostanziali, posso addirittura ribaltare il senso. Di certo ogni volta che accade la scrittura, sto meglio, riprendo a fare le cose con più energia, rasserenata.”

“La poesia mi ha insegnato l’osservazione degli altri, del mondo, a partire dall’introspezione. Forse mi ha insegnato ad accorgermi degli altri! Mi ha insegnato anche a rallentare, a scoprire la bellezza della lentezza. E, pian piano, tende a farmi eliminare il superfluo, anche dalla vita.

di Loredana Savelli

a ritroso

anch’io tornerei
nel luogo in cui le farfalle rimangono
bruchi
all’indietro di forma in forma
fino al primo atomo solare
ancora indeciso – in verità –
se brillare
o donarsi

*

la metafisica delle tasche

sparsi oggetti sul comò
– surreale coesistenza
di inutilità –
persino de chirico e dalì
troverebbero straniante
disquisire di domenica
sulla metafisica delle tasche

*

epiloghi di favole

sono apparse le nuvole
– epiloghi di favole –
a svelare illusioni
raggi fugaci
svolazzi di piccioni
su sogni poco audaci

*

docilmente

confida nel vento
la freccia scoccata
l’arciere
tirando la corda respira
così transita la vita
da un obiettivo
a un rumore d’aria spostata

*

l’anteprima

sarà un istante la morte
tutto quello che c’era da dirsi
l’avremo già detto

di tutte le storie
conosceremo
l’anteprima

*

come una musica circolare

ho abolito il futuro
con una sola e definitiva
parentesi
riportando un risultato
scritto da altri

(palpebre chiuse
corpo fermo
non vedo e non sento
l’aria è pesante
non immagino)

come una musica circolare
entra nel corpo
e non ne riesce
senza averlo trascinato nel giro
così il futuro interroga il presente

lasciati attraversare
come una musica
nell’intervallo
tra due silenzi

*

sconti

il giorno mi ha lasciato
mani in tasca
a cercare gli spiccioli
che avrei voluto dare
per regalarti un fiore

ma sulla bancarella
ce n’erano pochi
non sapevo decidermi
tra un girasole
e un gesto d’amore

*

la bicicletta

tutto è un meccanismo farraginoso
e va da sé
vittima e carnefice al tempo stesso
inerziale
ma quando il resto tace
puoi sentire cantare gli ingranaggi
come cicale
ascoltare variazioni di tono
tra ciò che macina sotto e suda
e ciò che corre sopra
e luccica
il cuore costretto
in un groviglio
di bulloni e di pignoni

*
equinozio di primavera

rumore di operai
già rintocca la giornata
è tempo di luce
gli echi sono dilatati
come stoffa trapassata dal vento
si dissolvono
nel sole ci sono
macchie buchi o silenzi

*

equinozio d’autunno

come pianta assetata dall’estate
aspetto l’umido equinozio e formo
le nuvole – talvolta addolorate –
ma non piango – conservo per l’inverno

*
a testimonianza

è improprio dire ombra questo velo
prima che – com’è usuale – venga sera
è un tiepido pomeriggio
è come la vigilia di una festa
di quelle che non tutti riconoscono
né osservano
è un rintocco lento
che merita un’esatta decodifica
(almeno un’ipotesi)
come e perché si appianano i profili
mimetizzandosi con i colori?
(eppur non è decisamente buio)

affinché non succeda che coi raggi
appassisca e muoia
il desiderio di una gioia intensa
– più intensa al centro –
la sottile speranza
di una felicità inequivocabile
a testimonianza lo dico
questo velo ha la sostanza
della serenità

*
poetry

che la luna ci spii
lo sai se vedi un alone tra gli alberi
sin dal pomeriggio
e da come risaltano i rami
quando appare sulla scena

pare che conosca il mestiere
invece lo reinventa ogni giorno
appostata dietro i nostri scheletri
così bella da sembrare triste

*

punto di vista

sotto sotto invidio i larghi gabbiani
peraltro odiosi per il mattutino
verso feroce così concitato
le ali soprattutto – che gli uomini
sopravanzano – e l’anima selvaggia
la lunga vista e acuta che nel mare
quasi non c’è scampo – la cattiveria
insomma – quando arriva la tempesta
e il loro ghigno è umano e infernale

*
il tempo non c’è

lentamente ho ceduto all’abbraccio
nelle spalle capaci del sogno
alle sue mani tranquille e sagaci
ho affidato il mio tempo
intorno gente coi nasi affilati
camminava veloce
il tramonto infuocava la città
ma nessuno poteva sapere
– e anch’io mi domando se è vero
il suggerimento –
che il tempo non c’è
sebbene sia giunto puntuale
all’appuntamento

Loredana Savelli è nata in Puglia, a Molfetta, nel 1963. Ha compiuto studi classici, studi musicali (pianoforte, composizione per coro), e si è laureata al Dams. Vive a Roma dal 2001 ed è sposata, con tre figli. Si interessa di didattica musicale per adolescenti. Insegna musica nelle scuole medie statali. Due sue poesie sono state selezionate per l’antologia “Poetico Diario” – Il segreto delle fragole – ed. 2011 e 2012 per le edizioni LietoColle.  E’ presente nell’antologia “Quanti di poesia”, edita da L’Arca Felice di Salerno nel febbraio 2011, a cura di Roberto Maggiani.

20 pensieri su “Opere Inedite, Loredana Savelli

  1. Ho apprezzato da subito le poesie di Loredana,che ritengo una scrittrice sopraffine,delicata ed incantata da quanto ci,la, circonda (i figli,gli alunni,le piazze,la natura, etc)
    Le leggo sempre con molto piacere,sono sprazzi di quotidiano messi egregiamente in poesia, (a volte sembra che i suoni di alcuni versi,escano dal foglio),utilizzando un linguaggio “semplice” fine, oserei dire sognatore quasi sempre alla ricerca di qualcosa che forse tutti cerchiamo,ma che pochi son capaci di esprimere in metafore,in descrizioni di manifestazioni interiori,con lo sguardo sempre attento all’esterno,alle persone, al mondo.
    Ci sono molte cose per le quali vale la pena spendere un pò del proprio tempo,e credo che soffermarsi a leggere le poesie di Loredana siano una di queste.
    Non nascondo da “poeta”, che a volte, avrei voluto io saper scrivere quello che ha scritto Loredana, come la seguente

    sconti

    il giorno mi ha lasciato
    mani in tasca
    a cercare gli spiccioli
    che avrei voluto dare
    per regalarti un fiore
    ma sulla bancarella
    ce n’erano pochi
    non sapevo decidermi
    tra un girasole
    e un gesto d’amore

    Un caro saluto
    Mauro

  2. Essenziale questa poesia, ma non scarna. Raccolta intorno ad elementi portanti quali la serenità dello sguardo sul mondo; il desiderio di armonia interiore; il soffio delicato del pensiero che riflette senza forzature. C’è un ritmo pacato che tutto accoglie, ma senza fare sconti:”..il loro ghigno è umano e infernale” dice Loredana a proposito dei gabbiani.

    Un caro saluto,

    Rosaria Di Donato

  3. Come un girasole, a ritroso, Loredana osserva i propri semi nell’ombra, sono anch’essi un minuscolo groviglio di bulloni e pignoni, con tanta voglia di macinare parole, per farle cantare

  4. Conosco Loredana ormai da qualche anno, è stata una delle mie prime “compagne di scrittura”e, avendo le sue stesse origini pugliesi, ho avuto il piacere di conoscerla personalmente, in un’occasione davvero speciale.
    Della sua scrittura, e in definitiva del suo modo d’essere e sentire, ho sempre apprezzato il tono e il movimento: la pacatezza delle osservazioni, accompagnata da una sottile ironia, rappresentano per me segni di maturità e di grande intelligenza emotiva.
    Non so se mi è capitato mai di dirglielo, ma molte delle sue poesie mi fanno pensare a Wislawa SzymborskaSzymborska, una delle mie poetesse preferite.
    Anche le poesie di Loredana sembrano delle miniature, apparentemente semplici, ma sempre evocative di grandi enigmi esistenziali.
    La bicicletta, A testimonianza, Punto di vista, cito solo alcuni dei suoi testi che secondo me rivelano questo atteggiamento poetico:le sue parole contengono un invito sottile ad aprire gli occhi sulla realtà, a prendere coscienza dei limiti del nostro esistere, ma anche della profondità indicibile della condizione umana e del nostro comune destino.
    Un grande abbraccio
    Maura

  5. Forse l’aspetto più vistoso del lavoro di Loredana può individuarsi nella souplesse “avvolgente” del suo dettato, vigile , attento alla propria interiorità e al contempo sagace nell’intercettare l’oggettività della riflessione mediata dall’Altro , dal Mondo .
    Il suo è un linguaggio moderno che subito incuriosisce perché va dritto al bersaglio del significato . Ma la curiosità aumenta nella misura con cui si nota come L. non ricorra all’uso ( e all’abuso ) dei ferri del mestiere ; a tutto l’armamentario retorico che così invasivamente la poesia di oggi esperisce quando si confronta con la produzione di senso .
    Proscrivendo il significante e giocando le sue carte sulla mera rappresentatività della parola , L. dimostra il coraggio talentuoso che sempre accompagna l’autentica “necessità” di scrivere versi e di scommettere – non presuntuosamente – sulla loro durata .

    Sinceri auguri per il prosieguo da
    leopoldo attolico

  6. Ha detto tutto Mauro Iozzi! La peculiarità della poesia di Loredana è questo sguardo “apparentemente dis-tratto” sulla realtà e la sua decodifica è resa attraverso poesie che come pennellate di colore, realizzano sfumature non sempre percepibili da occhi profani. Loredana “brilla nel momento in cui si dona” (senza indecisioni). Leggerla quotidianamente è un esercizio che rimette l’anima in pace con la propria esistenza.
    Grazie!
    Un caro saluto.
    Maurizio

  7. Mi sento molto vicina a quanto Loredana scrive riguardo al suo fare poesia (anche se io la poesia la scrivo ancora con carta e penna), al lavoro che c’è dietro ogni poesia, e pure i suoi testi mi colpiscono per l’essenzialità ricca di spunti umani, per l’attenzione ad ogni smottamento dell’anima che si specchia nel mondo che la circonda e nello stesso tempo ne rimanda un’immagine piena e intensa, in cui il particolare si va viatico per un percorso interiore di ampio respiro. Davvero complimenti! Un caro saluto a Loredana e a Luigia. Lucianna Argentino

  8. Alcuni giorni fa, in un’intervista apparsa sul sito http://www.poesia2punto0.com, Abele Longo, interpellato se la poesia abbia un messaggio da dare, ha risposto che “un poeta ha ben poco da insegnare ma solo domande da porre”. Da diversi anni Loredana, attraverso le sue poesie, non cessa mai di porre/porsi domande. Basti leggere, tra i testi qui proposti, “A ritroso” (una regressione spazio-temporale alla ricerca dell’ordine primigenio del Creato, di Dio); o la bellissima “Poetry”, in cui la luna diventa pretesto per una delicata riflessione sulla fugacità della bellezza (e forse della stessa parola poetica, inevitabilmente aleatoria e per questo “inquinata” dall’ineluttabilità del contingente); e ancora “La bicicletta”, metafora della vita, con le sue complicazioni (il “groviglio di bulloni e di pignoni”) che possono essere alleviate solo dalla poesia (le “cicale”).
    Lo scrivere come catarsi e strumento per comprendere il mondo e sé stessi. Quella di Loredana è una poesia multiforme (come il mondo che descrive), sincera, ricercata, mai retorica o banale, ben strutturata e soprattutto “viva” (elemento non scontato nella poesia contemporanea).

  9. Grazie amici, non merito tanto. Imparo (se imparo) tutto da voi.
    Grazie anche a Luigia Sorrentino per avermi ospitato. Un caro saluto a tutti.

  10. Traspaiono grande profondità e sensibilità da questi versi, permeati d’armonia e contrappunti, ed anche una lieve e fine ironia. Bellissime poesie, mi sono piaciute particolarmente “equinozio di primavera” e “equinozio d’autunno”.
    Mi hanno colpito le considerazioni di Loredana Savelli sulla poesia come “una domanda a risposta aperta che provoca un terremoto interiore” e su come la poesia le abbia insegnato “a scoprire la bellezza della lentezza”.
    Apprezzo molto Loredana, oltre che per l’alto livello qualitativo, anche per la prolificità e la molteplicità dei temi trattati. Come dice lei, essendo la realtà molteplice, evidentemente lo diventano anche le sue fonti d’ispirazione. E osserva il mondo con lo stupore di un fanciullo ma l’acutezza di uno scienziato, e il risultato lo traduce in versi: “il cuore costretto/in un groviglio/di bulloni e di pignoni… non sapevo decidermi/tra un girasole/e un gesto d’amore”…
    Un caro saluto
    monica

  11. Leggo Loredana da un po’. Tanto che basta a riconoscerne la cifra, sospesa tra lampi di quotidianità e piccole schegge di eterno, filtrate da occhi e sensi aperti al mondo esterno e interno. Pizzica corde a me vicine “La metafisica delle tasche”.

  12. “sparsi oggetti sul comò”, che si svuotano dalle tasche e trovano la luce di frammenti puntuali. Mi ricorda Simic che delle sue poesie dice: “all’inizio, sono come un tavolo su cui uno posa gli oggetti che ha raccolto durante una passeggiata: un sasso, un chiodo arrugginito, una radice con delle forme strane, l’angolo di una foto strappata…. per poi scoprire, dopo mesi in cui si è ogni giorno guardato e pensato a questi oggetti, che delle relazioni sorprendenti cominciano ad apparire.” E il giorno lascia anche “mani in tasca”, indecisi “tra un girasole/e un gesto d’amore”
    Abele

  13. Cara Loredana,ho letto le tue poesia e i commenti davvero entusiasti.La tua poesia,semplice nella sua struttura e profonda nei suoi significati mi piace.I temi sono quelli che sostanziano la quotidianità,la vita.Questa,oggi (ma credo da sempre)è la strada che una poesia “viva” deve percorrere.Sì,la poesia deve essere poesia di vita.Ti auguro
    ancora tanti successi letterari.Un amichevole saluto.Mariateresa

  14. La semplicità profonda è una qualità che possiede solo chi si pone di fronte alla realtà senza servirsi di schermi, ma soltanto aguzzando la propria vista ed elaborando in modo personale i dati raccolti. Attolico sottolinea, appunto, la mancanza di armamentari retorici nella poesia della Savelli, e, sembra anche a me, senza che ciò non solo non vada a scapito della forza della parola, ma, anzi, permetta alla parola stessa un disvelamento di significato aggiunto in virtù del suo essere autentica e vera. Per scrivere le sue poesie, Loredana non attende folgorazioni invasive e terribili; tutte le piccole cose d’ogni giorno, i fatti minimi che lo intessano, gli scarti molteplici tra quello che siamo e che vorremmo essere, pensiamo e facciamo, tra l’apparire delle cose e il loro rivelarsi, costituiscono i temi di queste poesie ( e delle altre che già conosco), che, insieme, ricompongono la varietà del mondo e lo moltiplicano e attraverso una plurallità di punti di vista e attraverso un fiorire ininterrotto di domande, che se ne stanno lì a testimoniare il fermento del dubbio e non pretendono nememno una risposta. Poi, in fondo al pensiero interrogante e mai quieto, arriva il momento in cui gesti, pensieri e parole sono gettati indietro, per giungere al minimo inizio del tutto, come in gesto catartico e liberatorio, poiché Loredana ha una percezione del mondo tutto sommato ababstanza travagliata, solo apparentemente serena. Ne è testimone l’ironia che ogni tanto affiora con un suono strano, come il verso dei gabbiani sulla superficie vasta del mare.

  15. I testi poetici sono semplici e significativi. Bella l’immagine della luna che si apposta tra i nostri scheletri in Poetry. Mi sembra che ci sia anche un po’ di Tim Burton in qualche tratto, ma potrei sbagliare. Complimenti!
    Un saluto cordiale da una visitatrice della Recherche.

  16. Cara Loredana,
    ho trovato le sue poesie e le ho lette con attenzione. La distanza mi colpisce…la distanza. Ma mentre leggevo, io l’ho sentita vicina. Il piu’ complesso, il piu’ difficile e’ essere insieme, un desiderio che dilania quando non si realizza ed il voler ritornare ad uno stato di prenascita, ad uno stato di “Anima,vagula,blandula”, ad un momento senza tempo nel quale incontriamo il silenzio…questo e’ l’incanto. Brava!
    Con affetto,
    Adriana Feoli

  17. Pingback: Loredana Savelli | il giardino dei poeti

  18. Lo so che i lettori dicendo “la sua poesia mi fa pensare a… un poeta che ammiro… un premio nobel scrive proprio come lei…” vogliono apparire conoscitori o gentili o ammiratori…poi ci sono i critici che si inventano tutto un mondo di parole, di spiegazioni, di teorie. Un lettore che tace dopo aver letto, scompare e non si fa udire, eppure esiste, non compara e la poesia rimane solo quello che legge e lui con lei.

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