Un grande lutto colpisce la comunità dei poeti. E’ appena arrivata in redazione la notizia della morte del poeta Andrea Zanzotto. Aveva compiuto novant’anni il 10 ottobre scorso. Da pochi giorni era stato ricoverato all’ospedale di Conegliano Veneto per complicazioni cardiache. L’autore dei ‘Fosfeni’ aveva compiuto 90 anni lo scorso 10 ottobre. Il poeta, candidato da molti anni al premio Nobel per la Letteratura, è spirato alle prime luci dell’alba. Zanzotto era nato il 10 ottobre 1921 a Pieve di Soligo. La sua straordinaria voce ci macherà moltissimo. A sua moglie e ai figli il più vivo cordoglio da tutta la redazione di Rainews.
“Che cosa si capisce della vita dopo 90 anni? Niente”. Così aveva detto Zanzotto in un’intervista al Tg3 del Veneto il 10 ottobre scorso, giorno del novantesimo compleanno, che aveva trascorso nella sua casa di Pieve di Soligo, sulle colline trevigiane. “Cosa vuole che si capisca in 90 anni ? – aveva aggiunto – Per dire parole che valgano la pena bisognerebbe almeno averne 900 di anni…”.
Un ricordo di Andrea Zanzotto, nel servizio di Luigia Sorrentino realizzato oggi, 18 ottobre 2011 per Rainews.
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Nel 1950 il primo importante riconoscimento: una giuria composta da Ungaretti, Montale, Quasimodo, Sinigalli e Sereni gli attribuisce il Premio San Babila per la sezione degli inediti. I componimenti vincitori
formeranno, nel 1951 la raccolta ‘Dietro il paesaggio’. Seguiranno, a distanza di tre anni, ‘Elegia e altri versi’ e ‘Vocativo’. A questa attività Zanzotto affiancava quella di critico letterario e insegnante.
I primi importanti volumi in versi risalgono al 1968. ‘La Beltà’ viene presentato a Roma da Pier Paolo Pasolini e a Milano da Franco Fortini, mentre il primo giugno uscì sul ‘Corriere della Sera’ la recensione scritta da Eugenio Montale. Nel 1969 celebra lo sbarco sulla Luna con ‘Gli sguardi, i fatti e Senhal’, a riprova di quanto Zanzotto sentisse la vita pulsargli attorno. Del 1976 e’ l’incontro con Fellini, con il quale collaborerà in ‘Casanova’. Nello stesso anno viene pubblicata l’opera ‘Filo”, che comprende la lettera che Zanzotto scrive al regista. Nel 1979 riceve il Premio Viareggio con ‘Il galateo in Bosco’. Ancora per Fellini scrive stralci e
dialoghi della ‘Citta’ delle Donne’. Gli anni ’80 sono quelli in cui Zanzotto comincia a combattere con il suo male oscuro, la depressione, da cui non si libererà che nel 1987, dopo un miracoloso viaggio a Parigi e alla pubblicazione di ‘Idioma’. Non pubblicherà piu’ fino al 1996, anno dell’uscita di ‘Meteo’. Seguono scritti vari, tra cui storie per bambini e un libro-intervista ‘In questo progresso scorsoio’, nel 2009.
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Andrea Zanzotto era stato intervistato nel 2006 dalla giornalista di Rainews Sabina Sacchi che era andata a incontrarlo nella sua casa a Pieve di Soligo. Potete rivedere qui l’intervista.
Ora la via lattea è vuota. Anche l’ultimo se n’è andato dopo la Merini e Giudici siamo ancora orfani e la terra in silenzio grida. Nessuna visibilità per i poeti , nessuna bocca per ospitarli , nessun sangue versato per i poeti , nessuna sillaba trattenuta nel ricordarli. Andrea , apri le tue radici e nuota…Per sempre.
Anche se avevi solo 90 e non 900, di parole che valesse la pena di dire, ne hai dette tante. A noi, per noi che le tue parole abbiamo amato. Addio, poeta.
con grande dolore apprendo la notizia di un poeta grande quanto lo fu la sua umanità e semplicità
Sicuramente continuerà a guardare e cantare la campagna veneta e la sua «beltà». Che la terra gli sia lieve.
Ciao Giovane Vecchio… Gustati questa Vita immensa. Grazie!
come a ricordarlo, Zanzotto
Nel ventre della roccia picchia vento
stamane che la vergine chiamata
si veste della fiamma della terra,
il suo nulla inconcepito e lasso,
la sua parola altra, e stanca
al rumore delle lucciole,
compagna degli addii
all’incomunicabile già
cosa nell’uomo.
Ancora una volta in questo tremendo 2011 siamo a salutare un grande, un pilastro della poesia. Grazie a Luigia Sorrentino che ce lo restituisce in questo blog in modo cosi bello e esaustivo. Non aggiungo altro se non quello di esprimere a nome della Giuria Tecnica del Premio Camaiore, (Zanzotto: Premio Speciale 2008) presieduta da Francesco Belluomini, il cordoglio e la vicinanza alla famiglia e alla cara moglie Marisa in questo doloroso momento.
L’avevo conosciuto, grazie a un’amica, un frammento di vita, lui sul suo divano: sguardo sapiente e parole solo necessarie, come la sua poesia.
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