Uno dei capolavori di Gustav Klimt (1862-1918), la tela intitolata “Litzlberg am Attersee”, sarà venduta all’asta di Sotheby’s a New York in programma domani sera, martedì 2 novembre, nella parte dell’asta dedicata all’arte impressionista e moderna.
Il dipinto di un paesaggio con lago, olio su tela (110 x 110) fu realizzato dal pittore austriaco nel 1915.
L’opera, stimata tra i 25 e 30 milioni di dollari, fa ipotizzare un nuovo possibile record per l’artista, come era già avvenuto per un altro suo capolavoro, il “Ritratto di Adele Bloch-Bauer” acquistato nel 2006 da Ronald Lauder (il collezionista magnate erede della Estee Lauder) per 135 milioni di dollari, la somma
più alta finora mai pagata per un dipinto.
“Litzlberg am Attersee”, sequestrato nel 1941 dalla Gestapo, era poi finito al Museo d’Arte moderna di Salisburgo. La tela fu originariamente acquistata dall’industriale del ferro Victor Zuckerknadl, che lo lasciò in eredità nel 1938 ad Amalie Redlich, deportata nel 1941 dai nazisti in Polonia e morta in un lager.
Nel 2002, l’unico erede di Amalie Redlich, il nipote George Jorisch, oggi 83enne, iniziò un lungo contezioso con lo Stato austriaco per riottenerne la proprietà. “Litzlberg am Attersee” è stato infine restituito all’erede nel 2009 e ora la decisione di venderlo all’asta.
Guardando questo capolavoro di Gustav Klimt, e leggendo a chi era appartenuto, ho provato un emozione così grande e incontenibile da risvegliare in me ricordi di un periodo molto tragico della storia, in particolare del primo Novecento. Rievocando con la mente quel drammatico 1941 dove Amalie Redlich fu deportata in un lager , e a quanti altri la seguirono in quel viatico di morte e di terrore, tra questi molti italiani e francesi anche consanguinei di mia madre , penso a quanto questo dipinto possa assumere oggi importanza e valore. Ma indipendentemente da ciò che ha provocato in me la visione di ‘Litzlberg am attersee’, un’ opera d’arte quando é tale può risvegliare in chiunque l’ammiri diversificati significati o ricordi , resta la bellezza superlativa di questo dipinto che abbiamo qui il privilegio, grazie a questo spazio, di rivisitare. Rosanna Lupi