Martedì 15 novembre, alle 18:30, Libreria MelBookStore (Via Nazionale, 254) a Roma, Arnaldo Colasanti, Paolo Di Paolo, Elisabetta Rasy, Emanuele Trevi, presentano “Il padre americano” un romanzo inedito del grande scrittore prematuramente scomparso: Rocco Carbone.
Chiara Gamberale leggerà dei brani dal romanzo.
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Tre anni fa, a Roma, moriva in un incidente stradale Rocco Carbone.
Il 3 novembre arriva in libreria, per la casa editrice Cavallo di ferro, un suo romanzo inedito: “Il padre americano” (Cavallo di ferro, euro 18,00 – con un ricordo di Romana Petri).
Il libro
Il giorno dopo i funerali del padre, Antonio parte con Mirta, la sua giovane compagna, per un viaggio in America già organizzato da tempo. Ma il viaggio è complicato, Mirta capricciosa, e Antonio se ne va col pensiero ad altri tempi… comincia dai suoi 18 anni, quando da un giorno all’altro abbandona Reggio Calabria per trasferirsi a Roma, perché il padre, un magistrato, è stato minacciato dalla ‘Ndrangheta locale e vuole che il figlio non venga coinvolto, che preservi il valore più importante: l’onestà.
– Io non giustifico nessuno – disse mio padre. – Nemmeno me stesso, o te. La cosa importante è essere onesti, sempre. Nelle cose grandi, come in quelle piccole. Non è facile, lo so, specialmente in un luogo come questo. Ma è l’unica soluzione, prima che venga distrutto. Prima che uomini ignoranti e privi di scrupoli riescano a mettere le mani anche su questo – disse alzando un braccio e indicando il paesaggio circostante. – Tu non sai quante case abusive si stanno cominciando a costruire. E dietro ognuna di queste costruzioni, in modo più o meno diretto, c’è la loro mano. Quando avranno distrutto tutto ciò, il bene più prezioso che abbiamo, quando avranno devastato la costa e inquinato il nostro mare, allora potremo dire che hanno vinto veramente loro. Ma io spero che questo non accadrà, soprattutto per te, per il tuo amico Luigi, per tutti quelli che come voi hanno ancora una vita davanti -. Spense la sigaretta nel portacenere e guardò l’orologio. Si era un po’ pentito di quel discorso che mi aveva fatto, e gli era quasi sfuggito dalle labbra. – Avrei voluto dirti queste cose fra qualche anno – continuò. – Pazienza -. Sorrise. – Ma fin quando ci saranno granite di limone buone come questa, vorrà dire che le cose non vanno ancora così male.
Andando a ritroso nel tempo, Antonio ripercorre così i giorni della sua vita, le tappe più importanti; gli anni in collegio da studente modello, ordinato e metodico, l’amicizia con Ernesto – l’unico ragazzo con cui riesce a legare – forse perché il suo opposto, svogliato negli studi, sregolato, eppure determinato a diventare uno scrittore, e ancora momenti e immagini più lontane, come quella del nonno paterno partito emigrante proprio per gli Stati Uniti e tornato dopo 5 anni, senza che di quella permanenza – nella famiglia calabrese dedita ai silenzi – si seppe mai nulla. Infine, l’urto della memoria più vicina, più prossima, gli ultimi anni di vita del padre, ormai vedovo e non più autonomo, trascorsi insieme nella casa romana.
Il viaggio in America, intanto, sta per concludersi. Ma, sul punto di tornare a Roma, Antonio decide di trascorrere ancora un pò di tempo negli Stati Uniti per mettersi sulle tracce di quel misterioso nonno “americano”. Troverà allora parenti di cui non sospettava nemmeno l’esistenza, che lo accoglieranno con un calore da Little Italy, donandogli quell’affetto rincorso e desiderato per tutta la vita.
Con la sua scrittura lucida, secca, capace di muovere le cose, Rocco Carbone racconta una storia che “gronda” d’amore; l’amore di un padre verso un figlio, ma ancor più di un figlio verso un padre avvertito ormai come indifeso, fragile. Un amore silente e incompreso per un genitore che si vorrebbe proteggere e difendere dall’impietoso passaggio del tempo, dalla vecchiaia, da quella crudele e inarrestabile decadenza per cui il corpo, giorno dopo giorno, cede al silenzio della morte mentre i ricordi si sfaldano per poi perdersi nel nulla.
Ma “Il padre americano” è anche il racconto di una speranza; e la speranza è che quei ricordi che sfuggono al padre, come alla vita di tutti noi, possano essere invece trattenuti, sottratti al logorio del tempo, incastrati e rincorsi per ritrovare la propria identità e scavare nelle proprie radici, nella propria storia familiare, nel desiderio estremo di giungere a una riconciliazione non solo auspicabile ma addirittura possibile: quella dell’uomo con se stesso e con il resto del mondo. Una riconciliazione che passa per la ricerca ostinata di una famiglia e di un sincero calore umano.
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Nato a Reggio Calabria nel 1962, Rocco Carbone è morto nell’estate del 2008 a Roma. Dal 1998 ha lavorato come insegnante nel carcere di Rebibbia. Critico, saggista, collaboratore delle riviste “Nuovi argomenti”, “Linea d’ombra”, “L’Indice”, “Paragone”, e dei quotidiani “l’Unità”, “Il Messaggero” e “La Repubblica”, Rocco Carbone ha pubblicato i romanzi “Agosto” (Theoria, 1993), “Il comando” (Feltrinelli 1996), “L’assedio” (Feltrinelli 1998), “L’apparizione” (Mondadori 2002), “Libera i miei nemici” (Mondadori 2005). Nel maggio 2009 e sempre per la Mondadori, è apparso postumo “Per il tuo bene”. Elogiato dalla critica per il suo stile asciutto e le tematiche affrontate, Rocco Carbone è stato considerato una delle voci più importanti della sua generazione. Le sue opere sono tradotte in Francia.