Salman Rushdie ha rinunciato a partecipare al Festival di Jaipur, la più grande rassegna letteraria dell’India, dopo che le autorità lo hanno allertato su un possibile attentato in seguito a minacce di morte da parte di estremisti islamici. “Sono stato informato da fonti di intelligence che dei sicari potrebbero essere già partiti alla volta di Jaipur per eliminarmi”, ha reso noto lo scrittore.
“Date le circostanze, sarebbe irresponsabile da parte mia partecipare al festival”. Rushdie, i cui Versetti Satanici gli valsero la fatwa dell’ayatollah Khomeini e minacce di morte dei fondamentalisti dell’Islam, avrebbe dovuto intervenire alla giornata inaugurale del Festival di Jaipur, prevista per oggi. La notizia del suo arrivo aveva però suscitato dure proteste da parte di alcuni ambienti islamici e l’organizzazione Duru Uloom aveva chiesto al governo di impedire il suo ingresso nel Paese per aver ferito “i sentimenti islamici”.
L’autore, William Dalrymple, uno degli organizzatori del festival, ha affermato che la decisione di Rushdie di non partecipare è “una grande tragedia”. La sua assenza, ha commentato un altro autore, Hari Kunzru, è “una macchia sulla reputazione internazionale dell’India”. Al festival di Jaipur che si protrae per cinque giorni interverranno 280 autori, fra cui Tom Stoppard, Michael Ondaatje, Ben Okri e Oprah Winfrey.
Rushdie è nato a Mumbai, allora Bombay, una città che ha descritto nel romanzo “I figli della mezzanotte”. “Anche se ho alcuni dubbi sull’accuratezza di questa informativa, sarebbe irresponsabile da parte mia partecipare al festival in tali circostanze, irresponsabile per la mia famiglia, per i partecipanti al festival e per i miei amici scrittori”, ha dichiarato in una nota.