Trent’anni fa, il 29 gennaio 1982, moriva a Milano l’editore Ugo Mursia. Nato a Carini (Palermo) l’8 novembre 1916 da un funzionario di polizia che lavorava sotto il comando di Cesare Mori, dieci anni dopo Prefettissimo voluto da Mussolini per combattere la mafia.
Negli anni universitari insieme a Ruggero Zangrandi, fonda “Il Bò”, organo dei Guf di Padova. Poi, come molti giovani della “generazione tradita” si allontana dal fascismo e durante la Resistenza milita nelle file di Giustizia e Libertà.
La sua passione per il mare e la navigazione lo spinge verso Joseph Conrad. Colleziona edizioni originali e di letteratura critica sull’autore e si dedica a traduzioni e studi. Oltre alle traduzioni di “Typhoon” (1959), “Le sorelle. Romanzo incompiuto” (1968) e “Cuore di tenebra” (1978), l’attività di Mursia come esperto conradiano culmina nell’edizione critica dell’opera del romanziere anglo-polacco.
La passione per Conrad lo porta a raccogliere cimeli, documenti, prime edizioni e a finanziare una spedizione in Tasmania per recuperare la prua dell’Otago, il brigantino comandato dallo scrittore affondato in quelle acque. Ora la prua dell’Otago è a Milano, conservata al Museo della scienza e della tecnologia
Leonardo da Vinci dove si trova anche la Biblioteca Marinaresca Ugo Mursia composta da oltre 3 mila volumi e la collezione di sette polene policrome acquistate dall’editore negli anni Sessanta.
Dalla collezione di libri marinareschi nasce la Biblioteca del Mare Mursia, il più completo catalogo di libri sull’argomento in Italia e in Europa.
Nel mondo del libro Mursia entra dalla porta commerciale, vende libri e il mestiere gli piace al punto che decide di mettersi in proprio. Nel 1955, trasferisce la sede a Milano e nasce la Ugo Mursia Editore. Personaggio schivo, fuori dai circuiti editoriali-ideologici che dominano l’ambiente culturale italiano negli anni Sessanta e Settanta, promuove una dopo l’altra le collane che costituiranno uno dei più grandi cataloghi italiani: alla sua morte saranno 2 mila e 500 i titoli pubblicati.
Nel 1963 pubblica il romanzo autobiografico di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio”, testo rifiutato da decine di editori. L’anno dopo il romanzo vince il Premio Bancarella e diventa un best seller: contro ogni previsione il racconto della tragedia degli alpini in Russia vende centinaia di migliaia di
copie e a oggi sono oltre 4 milioni le copie vendute.
Attualmente la casa editrice vanta un catalogo di oltre 4mila titoli ed è di proprietà della figlia Fiorenza che ne è presidente.