Alessandro Baricco, “Tre volte all’alba” e “Mr Gwyn”

Nello scaffale: Alessandro Baricco 
a cura di Luigia Sorrentino

E’ in libreria un nuovo romanzo di Alessandro Baricco ‘Tre volte all’alba’ (Feltrinelli), uscito subito dopo Mr Gwyn’, (Feltrinelli).  Nel nuovo romanzo i protagonisti si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l’unica, la prima e l’ultima. Tre storie, tre incontri, tre episodi in cui scivolano gli stessi tre personaggi che si incrociano, per sfasature temporali, in età diverse, sullo sfondo della hall di un hotel. Nell’alba, tre volte, insiste il sentimento del titolo. Il libro si aggancia al recente ‘Mr Gwyn’ , che ha per protagonista uno scrittore, uscito circa quattro mesi fa, nel quale si fa riferimento appunto, a un romanzo con il titolo ‘Tre volte all’alba’. “Si tratta naturalmente di un libro immaginario” spiega Baricco nella nota di apertura, “ma nelle immaginarie vicende là raccontate esso riveste un ruolo tutt’altro che secondario”.  
In sostanza Baricco sviluppa in ‘Tre volte all’alba’, il desiderio di cambiamento al centro di ‘Mr Gwyn’, dove narrava di un grande scrittore che decide di ritirarsi dal mondo della letteratura, ed infatti le tre coppie di personaggi sono tutti alle prese con lo stesso dilemma: separarsi o proseguire insieme nel loro percorso di vita.

Uno scrittore si forma sui libri che legge, sugli autori a cui ritorna ciclicamente. La lettura è la scuola più importante della scrittura. Alessandro Baricco quando parla delle sue letture è come se parlasse di persone che ha incontrato per la strada, in carne e ossa. In questi mesi sta mettendo in fila sulle pagine domenicali di Repubblica, le sue letture di un decennio, i libri che ha letto, ma anche quelli che lo hanno ispirato. La sua creatura, la scuola Holden di Torino, è un luogo di letture prima che di scritture.

L’aver ascoltato la sua riflessione sulla scrittura a Libri Come 2012, mi ha fatto entrare nel cantiere di questo autore, così osteggiato da una grande fetta di intellettuali contemporanei, ma tanto amato dai suoi lettori. 


Alessandro Baricco: “Come ho letto e poi ho scritto“: “Leggevo per noia, solitudine, inadeguatezza. Perché la vita non era un granché. A Torino c’era la nebbia, la stessa nebbia che avevo io. Poi aprivi il libro (n.d.r. Lo zibaldino di Guareschi) e fiorivano le cose che erano la tua vita. La vita nei libri era fantastica… era il sentimento della fuga dalla realtà. I libri risarciscono la forma di miseria in cui ci tocca vivere. I libri che abbiamo amato sono la ricerca di una consolazione. Il desiderio di leggere nasce da un’attesa di risarcimento. Però poi sono entrato con i piedi nell’altro mondo. La ricerca di una consolazione può essere – è – l’inizio di qualcosa che finisce con la realizzazione, cioè con il raggiungere quello che si desiderava. La vita diventa con la voglia di consolazione, di rivolta, che poi sono la stessa cosa. Sogno di una cosa e poi vivo di quella cosa. E’ un unico gesto.” […]

[…] “A mia sorella facevano leggere Flaubert e lei mi diceva: “Quello che mi frega sono le descrizioni e quindi, leggo solo i dialoghi.” […]

[…]”Castelli di rabbia” (n.d.r. il primo romanzo di Baricco), inizia con un dialogo. Io sono la consolazione di mia sorella. Sono entrato dalla porta della consolazione e del risentimento e ho cercato di farli diventare qualcosa di autenticamente mio. Ho sperimentato la vendetta unca. Cristha Woolf in “Nessun luogo da nessuna parte” dice: “Se smettettiamo di sperare quel che temiamo accadrà”. […]

[…]”All’università scelsi Filosofia e scelsi la disoccupazione… Era successa una cosa decisiva per la mia vita: a un certo punto scocca l’idea che i libri insegnino qualcosa perché aiutano a capire qualcosa. Lo stare nei libri è un modo di apprendere. La lettura dei libri mi aiutava a capire meglio il mondo. Io scelsi di stare nei libri che supremamente stavano al mondo per CAPIRE. Filosofia: si sedimenta in te il mondo in cui stare perché ti introduce, quel mondo, a capire le cose. Forse la poesia… ma non c’era la poesia. Per dieci anni questa scelta ritarderà l’uscita dei miei libri. Provai a fare il professore ma non ci riuscii, poi feci il critico musicale.
Questo è un punto molto sottile… Quando ci arrivi perché ti piaceva leggere, non è che te la conti, non è che stai cercando di spiegarlo con qualcosa di tipo etico.” […]

[…] “Vorrei che si riapra in voi la domanda: leggere e scrivere per puro piacere fisico, per consolazione, per resuscitare l’amore.”

4 pensieri su “Alessandro Baricco, “Tre volte all’alba” e “Mr Gwyn”

  1. Un bel titolo,un percorso interessante “tre personaggi che si incontrano per sfasature temporali”…Leggero’ la sua opera che non conosco e per tutta l’altra problematica le consiglio di leggere la breve poesia di Boris Vian “La vie, c’est comme une dent” della raccolta “Je voudrais pas crever” 1962. Penso che anche i suoi romanzi le piaceranno…e poi quando ci si incammina su una via, non se ne possono percorrere altre contemporaneamente e per evitare l’assurdo ci si limita ad ammirare un fiore, a conoscere una persona. Leggi, istituzioni sono il risultato di lunghe riflessioni, del lavoro preciso di molti, e poi prima di essere messe in pratica si cambiano ed il risultato svanisce. Solo la continuita’da’ risultati.
    Mille grazie a Luigia Sorrentino che con il suo lavoro ci permettere di conoscere gli altri e la molteciplita’ del pensiero. I libri sono fantastici, ma le persone ancora di piu’.

  2. Ho letto tutto d’un fiato “MR GWYN” e né sono rimasta entustiasta! Non conoscevo la scrittura di Alessandro Baricco,mi piace.Per la sua scrittura veloce, coivolgente, “surrealista”.Il mio prossimo libro sarà”Tre volte all’alba”. Grazie

  3. Grazie Laura per il suo entusiasmo.

    Non lo saprà, ma qualsiasi scrittore è felice di incontrare ‘il piacere del lettore’.

    A presto
    Luigia Sorrentino

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