Opere Inedite, Aldo Selleri

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

“La poesia è come la bora. Non si può definirla, la si può provare sulla pelle, terribile come la Medusa e disarmante come il sorriso d’un bambino. E’ una sintesi di forma e significato, di estetica e significante, ma, come la bora, scappa via.”

di Aldo Selleri

Trieste non è una città, è una condizione esistenziale. Si ama o si odia. Sospesa tra presente e passato, fra reale e immaginario, Trieste è una città di fantasia segnata da ricordi e da fantasmi. Persone e luoghi, eventi e atmosfere, amori e morti sono le icone di una città perduta e ritrovata: schegge di uno specchio infranto, morsi nel pane del tempo, ossessione e rimpianto. La nostalgia è come un coltello. Trieste è vittima e aguzzino. Come una grotta del Carso ha stalattiti e stalagmiti che graffiano, così Trieste ha la complessa eredità dei suoi scrittori. Ci si ripara nei caffè: con un bicchiere di vino e refoli di bora che si scapricciano in concerto.

Città coltello
.
Alla città natale, affamato ritorni
a una casa vuota, strade a imbuto
l’odore di muffa famigliare perduto
a farti solo in vecchie vie di mare
La nostalgia affronti all’osteria
fumo di sigaretta e capelli bianchi
senza colpa guardi avanti
un bicchiere vuoto e occhi stanchi
L’impronta del passato vendicativa
remota eppure viva, senti crudele
il coltello si alza su ricordi di fiele
la bora fischietta una vecchia babele

***

Triestamar
.

Città muta, cromosomi di altro vento
alle cellule inquinate dedichi un passato antico
e in quel tempo segregato, ostenti abiti fuori moda
cappotti tarlati, sontuosi appigli alle voglie di allora
Strano indossarli ora: le strade cambiano
i monti spuntano dal mare come corvi immobili
dal becco proteso, neri, minacciosi e fieri
infliggono unghiate alla tua città di ieri
Ogni giorno, ribelle, muore e rinasce
la città rinnova la pelle a refoli di bora
nuova storia come ogni vecchia storia
trasognata nelle acque della memoria
Non riconosci nessuno e nessuno incontri
Trieste è deserta, il passato la bora sventola
si spalanca una finestra sulla bellezza del mare
Trieste, città mia, dimentica di come amare

***

Il cappello di Svevo
.
Inseguivi una sigaretta accesa
al tramonto di un silenzio fumante
Montale faceva vendetta
dei signori del tempo umiliante
Svevo prigioniero di spie borghesi
gatto vagabondo inseguito
in vicoli oscuri schiacci il cappello
alla tua città, forestiero
Isola d’Istria dal mare ventilata
tu e Joyce con moglie agghindata
a bere un vinello che frizza
alla fine del fiasco la bizza
Cantante di vernici segrete
Trieste si vanta della scollatura
bianca, ignora la parola scritta
di pagine sboccate che viola
Un colpo di vento strappa il cappello
prende la strada del cielo
il tempo stringe la tua scrittura
fiore tenace non appassisce

***

Caffè di Cavana
.
Il profumo dei bordelli non ti è segreto
in un caffè malfamato stupisce una farfalla
che scappa da un casino con ali di cristallo
La bora conosce le abitudini occulte
e poco importa se tacciono le donne in vendita sull’alterna
tua voglia di tenerezze
A te stesso mentire non serve
la piramide di Atlantide
ti affida al destino della bora crudele
Nel bordello la perla di un seno sfavilla
vola il serpente sull’aroma sfacciato
di un espresso che scintilla

***

 

Caffè San Marco
.
                             per Claudio Magris
.
Alle ciacole di donne svampite
la bora alza gonne ardite
caffè magico di specchi imbroglioni
scrittore scomponi storie bandite
Al Caffè San Marco il fumo appesta
la ballata dei tradimenti risuona
maschere stanche e calici di bora
sante studentesse e vizi di professori
Ascolti il brusio delle formiche
l’impudenza del vento a coltello
un piano azzoppato che trema
insabbi il tramonto nei libri del cielo
Accende un sigaro, il professore
scrittore migrante che morde la vita
al Caffè San Marco, re esiliato
spegni un racconto mai incominciato
Occhi incendiari, vergine follia
del nuovo giorno infiammi il destino di Trieste
che la tua pagina bianca attende
tra una sardina e il volo di un’onda

___

Autobiografia (di Aldo Selleri)
Aldo Selleri, copywriter. Già professore di “Linguaggi della pubblicità e copywriting” all’Università degli Studi di Trieste, è scrittore di teatro, poesia e narrativa. Ha pubblicato su riviste e in antologie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *