Primo Levi al Teatro Valle Occupato

Sabato 5 maggio 2012 alle ore 18:00, Generazione Tq e Teatro Valle Occupato, assemblea pubblica con: Marco Belpoliti, curatore delle opere di Primo Levi, Valentina Pisanty, autrice di Abusi di memoria. Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah, Raffaella di Castro, autrice di Testimoni del non-provato.  Ricordare, pensare, immaginare la Shoah nella terza generazione , Michela Ponzani, autrice di Guerra alle donne.Parteciperanno al dibattito con letture sceniche e musicali di testi di Primo Levi e di altri autori Veronica Cruciani, Nicola Lagioia, Lorenzo Pavolini, Marco Rovelli, Paola Soriga, Giordano Tedoldi.

Coordina Christian Raimo

alle 22:00
La strada di Levi
di Davide Ferrario e Marco Belpoliti
proiezione introdotta dagli autori

“Il «principio Resistenza» di Andrea Zanzotto è un’immagine dialettica. Sovrimprime il presente al passato, e ne fa sprizzare scintille. Non può essere inteso come una generica, ancorché condivisibile, posizione etica collocata nell’oggi. Non è una citazione, l’omaggio reverenziale alla Resistenza di ormai quasi settant’anni fa. Deve invece raccogliere almeno uno dei testimoni, concettuali e pratici, di quelle staffette. Quello che oggi mi pare più aperto al futuro riguarda proprio l’essere situato del nostro agire. I partigiani difendevano un ideale di libertà ma anche un territorio concreto: che apparteneva a una geografia fisica e insieme morale. E così oggi fanno tutti i movimenti politici significativi: da Occupy Wall Street a No TAV al Teatro Valle. Tutti incentrati su un luogo, un sito storico e simbolico che si fa segno di riconoscimento: proprio perché tutti noi, nel quotidiano, subiamo la virtualizzazione dell’esistenza nei non-luoghi telematici, che ha polverizzato ogni idea di società. La sfida sta nel trascendere la miseria di un localismo identitario – che ha prodotto negli ultimi vent’anni catastrofi politiche più o meno gravi – ed elevare questa concretezza di situazione a paradigma idealmente universale. Questa sfida del pensiero e della volontà ha un nome: si chiama politica.”

di Andrea Cortellessa

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