“L’ultima volta che sono arrivato a Roma c’erano 1.600 persone ad aspettarmi. Ovviamente, mi avevano confuso con Stieg Larsson: il cognome è lo stesso ma lo scrittore è diverso“.
Ha usato l’arma dell’ironia Bjoern Larsson (nella foto a sinistra) per parlare del suo rapporto con il pubblico italiano e colpire l’attenzione dei presenti al primo appuntamento di El dia negro. La rassegna letteraria dedicata alla giallistica, organizzata dall’Università Cattolica, è cominciata oggi e lunedì porterà a Milano Luis Sepulveda, (nella foto sotto).
Larsson ha raccontato del suo travagliato rapporto con la giallistica: “E’ il genere letterario del momento, per questo la mia casa editrice mi ha convinto a scriverne uno” ha detto lo scrittore parlando del suo ultimo libro, “I poeti morti non scrivono di gialli“, in cui alla giallistica mescola la poesia di Yvon Le Men.
“Il successo della trilogia Millennium mi fa piacere, ma sarebbe bello che di quei 50 milioni di persone che l’hanno acquistata, almeno una decina avessero cercato qualcosa di diverso. La letteratura è questo, il piacere della scoperta” ha spiegato lo scrittore.
Dopo Larsson è stata la volta dell’honduregno Horacio Castellanos Moya, che ha discusso del rapporto tra letteratura centroamericana e i tumulti politici, soprattutto la lotta armata.