La scrittrice australiana Rosemary Dobson, autrice di una poesia semplice e aggraziata che ha cantato la grande età classica tra la Grecia e l’Italia, è morta in una casa di riposo di Canberra all’età di 92 anni.Amante della cultura classica e dell’arte italiana, che ebbe modo di conoscere durante la sua permanenza tra Atene e Roma, Dobson, era nata a Sydney nel 1920 da una famiglia aristocratica inglese.
Dopo gli esordi nel 1944, con la raccolta “Specchio convesso”, Dobson si è rivelata autrice di poesie dalle tonalità classiche, in cui rivivono in modo particolare i motivi della grecità, come testimoniano le raccolte di versi “Over the Frontier” (1978), e “Greek Coins: a sequence of poems” (1977), considerati i suoi capolavori.
“Greek Coins” è una raccolta di poesie di quattro versi ciascuna, in ognuna delle quali è espressa un’immagine, un’idea poetica visualizzata secondo la tecnica compositiva della lirica greca.
Nella raccolta “Child With a Cockatoo” (1955), che fece conoscere Rosemary Dobson alla critica internazionale, si esprimeva invece il lato più personale e domestico della poetessa australiana, che esplorava temi più intimi (la maternità, l’essere moglie). A conferma di un talento multiforme, l’autrice ha accentuato, in alcuni componimenti, tonalità più fantastiche e bizzarre.