Nello scaffale, Salvatore Sblando
“Due granelli nella clessidra”
a cura di Luigia Sorrentino
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Devo ringraziare tutti coloro che mi inviano i loro libri di poesie – di poesia mi inondano – come questo “Due granelli nella clessidra” che mi arriva con il nome di un nuovo giovane poeta, Salvatore Sblando. Dirvi grazie, è davvero poco, meritate molto, molto di più, ma faccio quel che posso per far ascoltare la vostra voce. Mi dà conforto, sentire che una parte di questa nostra Italia è contaminata dalla poesia: alla poesia chiede, alla poesia dà. Mi consola sapere che c’è chi, come Salvatore, si interroga sul destino del mondo, e interroga il tempo – il nostro tempo qui – e lo fa con amore per la vita, seppure nella consapevolezza della nostra imperfezione.
Monologo imperfetto
Chi sono poco importa
ed il nome sulle vene della voce
da quanti giorni è muto?
Cosa chiedere a chi percorre
il confine di un profilo
spaiato fra le dita
e alla tristezza che sfiorisce?
Chi scriverà più del tremore
di ferite senza morsi
e di labbra magre senza fiato?
M’interrogo così
sopra passi addormentati
che s’apprestano a sfumare
impronte ancora fresche
Chissà a quanti battiti di cuore
distiamo ancora
da: Due granelli nella clessidra, di Salvatore Sblando, LietoColle Editore, 2011(10,00 euro)
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Salvatore Sblando è nato nel 1970 a Torino, dove attualmente risiede e lavora in un’azienda di trasporti locale. Con i suoi inediti è arrivato finalista a concorsi nazionali e internazionali. Finora ha pubblicato solo in antologie. Questa è la sua prima raccolta di versi.
Domande sul destino dell’uomo, incapace di dare e darsi voce,sopraffatto dalla tristezza che incombe (ma qui la tristezza è un fiore: un sentimento positivo?).Sono le domande che si pone chi teme che in questo mondo in crisi nessuno più si commuova per ferite d’amore, intanto che il suo stesso cammino sembra arrendersi e la sua vita a perdersi. La domanda struggente finale, molto efficace: che possibilità di azzerare la distanza tra due cuori e ricomporre un amore, se se ne ignora perfino la distanza da colmare? Eloquente il misurare la distanza in battiti di cuore.
La consapevolezza che inesorabilmente si viene esiliati nell’oblio, condannati a perdere la propria identità. E nessuno che possa dare ragione di una tale sorte. Dunque, nessuno più che sappia parlare d’amore, dei suoi tremori e di bocche arse. Ed infine la distanza dall’amata misurata in battiti di cuore. Efficace l’immagine del tempo (dell’amore?) misurato in cronologia cardiaca,i suoi battiti. Domande poste con leggerezza, in cui il problema è sfiorato con eleganza, ma in modo di facile lettura. Mi piace.
Carissimo Giovanni occorre tanta consapevolezza del quotidiano per provare a scrivere poesia in maniera originale quanto immediata; questo è ciò che voglio. Questo a quanto pare, è arrivato. Ed io non posso che felicitarmi.
un sincero grazie,
Salvatore
Cara Luigia, grazie per la finestra che hai aperto sui miei versi.
un sincero abbraccio
Salvatore