E’ morto ieri, 23 settembre 2012, a 93 anni, a Bientina (Pisa), dove viveva da tempo, Mario Pincherle, l’ingegnere-archeologo e poeta, discendente di un’importante famiglia ebraica perseguitata durante il fascismo, autore di un famoso studio (pubblicato dall’Accademia dei Lincei) sulla Torre di Zed, racchiusa nella piramide di Cheope in Egitto. Nato a Bologna nel 1919, partigiano nelle Marche durante la guerra, Pincherle desiderava che le sue ceneri venissero disperse nel mare di Palombina, ad Ancona, davanti alla villa di famiglia.
Figlio di un docente di clinica pediatrica, Maurizio Pincherle, costretto a lasciare l’insegnamento presso l’Università di Bologna all’epoca delle leggi razziali, e fratello di Leo, uno dei fisici del gruppo di via Panisperna, Mario Pincherle è stato un personaggio fuori dagli schemi, ai margini del mondo accademico. Ha scritto libri di poesia (“Il manuale del Poeta”), ma anche su antiche tecniche costruttive e ingegneristiche (“La Grande Piramide e lo Zed”), e si è dedicato a lungo a studi filosofico-religiosi (“Enoch, il primo libro del mondo”, “Giobbe e il segreto della Bibbia”) accolti – lo ricordava il suo stesso sito internet – con diffidenza e non poche polemiche.