Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino
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Elena Buia Rutt, “Ti stringo la mano mentre dormi”, Fuorilinea Editore 2012.
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La rottura di un vaso, il pianto dei bambini, il prato tagliato, il sopraggiungere dell’estate sono i piccoli fatti della realtà quotidiana da cui prende avvio l’ispirazione poetica di Elena Buia Rutt.
Momenti concreti e definiti che si rivelano essere delle porte, capaci di spalancare domande o “indicazioni di via” riguardo al mistero della nostra posizione sulla terra. Una poesia che narra di una serie di gesti semplici, quasi banali, che improvvisamente irradiano nuovi significati, poiché letti da una percezione intensa che vede l’extra-ordinario nell’ordinario, l’assoluto nel relativo, l’infinito in ciò che è limitato. Ed è la meraviglia l’intuizione essenziale che prevale in questa raccolta: una meraviglia per ciò che si è inaspettatamente mostrato, per ciò che è inaspettatamente emerso da un’esperienza faticosa e concreta della realtà, affrontata a capofitto e senza mezzi termini. Angoscia, incertezza, precarietà cedono dunque il passo allo stupore provato di fronte a una bellezza abbagliante, “eccedente”, come quella del piede della propria bambina appena nata, e il verso poetico si fa canto di un’esperienza originaria del mondo, canto di ringraziamento.
Il camino
Il sonno è arrivato prima
che finisse la preghiera.
Ci vuole il fuoco
per invocare
chi si cela.
E anche se i giorni
riposano
composti e ammucchiati
nella cenere,
dal camino l’attesa è
di frizione.
Di scintilla.
***
Lo spazio di Dio
In questa casa
ultimamente
nessuno più parla di Dio.
Eppure a volte all’improvviso
spingendo da puledri
la macina dei giorni
si apre nel silenzio
uno spazio d’aria
che quando
lo attraversi
sorridi piano
come nevicasse.
***
Ti stringo la mano mentre dormi
Ti stringo la mano mentre dormi
come per dirti addio.
Non sembri riposare
in questo sonno bianco
dove la fatica del giorno
ti stringe ancora come morsa.
Ma al risveglio del mattino
una forza indissolubile
ci unisce
e ci sbilancia
in avanti e in alto
acrobati-operai
sulla maestosa impalcatura
di una bellezza
inspiegabile a noi stessi.
versi che sanno parlare al cuore,per sorridere e sbilanciarsi in avanti per godersi la bellezza che c’è dentro di noi.
Luigia Sorrentino dice l’essenziale sulla poesia di Rutt. Giudizio che condivido totalmente. Almeno dalla lettura delle tre brevi poesie riportate. E’ una poesia che pone alla base dell’ispirazione lo stupore, quale punto di partenza della poesia stessa. E’ poesia che muove dalla meraviglia difronte a gesti e cose, anche piccoli, anche banali. Poesia, quindi, che nasce dalla sensibilità-disponibilità a meravigliarsi, poiché difatti è lo stupore a rendere straordinario l’ordinario, se non addirittura il banale. Essendo una poesia affidata alla meraviglia, ha la durata di questa, una persistenza breve che condiziona in qualche misura(spero di non sbagliare) la “brevità” dei componimenti.
leggo e rileggo questi versi per capire il perchè li sento così straordinari nella loro brevità e semplicità.