Nello scaffale
Una rapida ebbrezza. I giorni genovesi di Elisabetta D’Austria. A cura di Vittorio Laura e Massimo Sannelli, Edizioni GMT 2012
di Nadia Agustoni
A fine marzo 1893 è di passaggio a Genova Elisabetta D’Austria. L’imperatrice, o Kaiserin, diretta ad altre mete, Napoli e la Grecia, si ferma pochi giorni nella città ligure ma il suo passaggio nel capoluogo non sfugge ai cronisti e ai curiosi. L’agile libretto “Una rapida ebbrezza. I giorni genovesi di Elisabetta D’Austria” Edizioni GMT 2012, pubblicato a cura di Vittorio Laura e Massimo Sannelli è incentrato sul racconto di questa visita ed è corredato da uno scritto dello stesso Sannelli, poeta e filologo, sulla figura dell’imperatrice, resa popolare dai film con l’attrice Romy Schneider, mentre agli articoli dei giornali cittadini dell’epoca, in particolare il ” Secolo XIX” e il “Caffaro” è affidato il racconto di quella rapida vicenda.
Elisabetta D’Austria, o Sissi, giunge in incognito in Italia, o almeno è un incognito parziale, accompagnata da un maestro di greco, non il noto Costantin Christomanos dei fogli di diario, ma altra persona, e dalla duchessa Festeticz. Nel porto di Genova è ancorato il Miramar, lo yacht imperiale, 92 metri e una folla per equipaggio.
Elisabetta D’Austria in quei pochi giorni di permanenza scenderà a terra per lunghe passeggiate nei parchi, un’escursione al santuario del Gazzo a oltre 450 metri sul livello del mare, andrà a Nervi e farà visite ad atelier d’artisti e al cimitero di Staglieno, nonché ad alcune note pasticcerie genovesi tra cui quella della vedova Romanengo e quella dei signori Gismondi e Fossati.
In Europa c’è chi la ritiene pazza. S. M Elisabetta sembra incurante delle voci, si interessa d’arte, scrive poesie e pratica sport. La sua figura androgina si associa allo stile di vita scelto e all’amore per la Grecia e la sua cultura. Senza rifiutare il mondo, rifiuta la propria posizione, ma usandone i privilegi viaggia e vive la vita che vuole.
Le foto del libro, tra cui una riproduzione (in copertina) del Miramar, sono ottimamente scelte e restituiscono una Genova “barbara”, ma città aperta, “superba” nel suo stagliarsi tra l’aperto del mare e l’Europa.
un libretto da custodire con riconoscenza.
Sannelli è una garanzia, come la Agustoni, del resto.
Una nuova perla di Vittorio Laura come solo lui sa scovarle.
due righe mattutine: per dire un grazie grande a Nadia, che ha sentito, e a Luigia, che ha ospitato. e a chi letto. lascio un link ad un frammento del testo, un pensiero sulla qui-assente:
http://www.poesia2punto0.com/2012/09/01/la-qui-assente-dallintroduzione-ad-una-rapida-ebbrezza-i-giorni-genovesi-di-elisabetta-daustria/
ore 6.32 – inizia la corsa (“panegirico della libertà”).
Un libro da leggere e un abbraccio agli amici,
Roberto
Be’ grazie a te Massimo Sannelli, che sei una forza della natura, individuata e riconosciuta fin da subito, come forse ricorderai…
Grazie anche da me a tutti.
Michele dice bene. Un saluto.