Opere Inedite,
a cura di Luigia Sorrentino
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Autobiografia
ANNA BELOZOROVITCH
Nata a Mosca nel 1983, ha vissuto tra il Portogallo e l’Italia, dove risiede stabilmente dal 2004. Scrive da sempre, prima in russo, poi in lingua portoghese, e successivamente in quella italiana, ora diventata la sua lingua principale. Ha studiato danza e teatro, si è laureata in Mediazione Linguistica e Culturale, con specializzazioni in Criminologia e in Cooperazione Internazionale. E’ insegnante di italiano per stranieri.
Poesie di Anna Belozorovitch
Come un lenzuolo alzato bruscamente
che scende piano nella notte calda
(finestra aperta, il silenzio fermo)
si posa addosso al corpo il tuo sguardo,
accoglie senza fretta le mie forme;
prima rifugio, bolla, poi contorno
delle sporgenze e degli angoli nascosti
fino ad avvolgere e diventare pelle:
spegne e annulla ogni nudità.
Lo sguardo tuo che non è sguardo
di chi s’incontra casualmente nella folla:
non evidenzia nulla, definisce
elabora rinomina scolpisce
trasforma carne calda in invenzione
avanza dentro la materia, ridisegnando.
Come metallo liquido dentro lo stampo
non ho immagine di me e non conosco,
allora, il corpo che tu stai guardando.
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Fuori le nuvole, l’erba bagnata.
Dentro il futuro, i timori.
Cammino attenta e spaventata,
cammino, e dentro porto l’erba;
osservo, e piano mi proietto,
e cerco il centro e l’incontro,
l’incrocio, la sostituzione.
Il treno passa, fuori case,
e vite, mille vite altre.
Ed io osservo, e le rubo,
e do la mia, e mi annullo,
perché non voglio esser chiusa,
non sono scatola, son viva,
e so che devo abbracciare.
La vita è spendermi pian piano,
aprire il vaso, diventare.
Ed io sollevo con cautela,
io scambio le mie figurine,
con calcolo, ma neanche troppo.
Vedrò il mio futuro fuori,
e dentro nuvole ed erba.
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La solitudine tra voci che non parlano con me
è come nebbia fitta tra palazzi alti,
tenda che scherma insegne illuminate.
Più compagnia fanno le nuvole delle persone,
quando il cielo è fermo e cerca la rotta:
il tempo cambia ma non sa ancora il come.
E aspettare che la vita accada è una nube piena,
ferma, nera, proprio dietro la montagna,
tra cupole e pini impigliata, pronta.
Dal mare il sussurro di speranza, sempre:
respira, prima e dopo, con o senza.
Ascolto e mi lascio esistere dal mondo.
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Anna Belozorovitch è nata a Mosca nel 1983 e ha vissuto tra il Portogallo e l’Italia, dove risiede stabilmente dal 2004. È laureata in Mediazione linguistica con specializzazioni in Criminologia e Cooperazione internazionale. In poesia pubblica le raccolte Anima Bambina (2007), Gioventù (2010). L’Uomo alla Finestra – romanzo poetico (Besa, 2007) vince i premi “Massa, città fiabesca di mare e di marmo” e “Chiese Storiche”. Tra le antologie, importante è la presenza in Quanti di Poesia (L’Arca Felice, 2011) a cura di Roberto Maggiani e in Il Quadernario blu – venticinque poeti d’oggi (LietoColle, 2012) a cura di Giampiero Neri e Vincenzo Mascolo. Como seria bom ser chuva (Corpos, 2012) è la sua raccolta di poesie scritte direttamente in portoghese.
le tue parole lasciano pensierose immagini,tracciano segni al cuore e fanno nascere attese infinite.
Grazie, Anna, avevo bisogno di poesie così!
Elisabetta