L’esperienza della poesia è un cammino che l’essere umano, senza distinzioni di genere, compie poco alla volta, uscendo dal torpore della propria condizione umana fino ad oltrepassare il confine che quella condizione determina. La poesia, quel grumo di parole che si forma sulla pagina, pone da sempre la stessa domanda: “Dove mi trovo?” “Qual è il mio posto nel mondo?” La poesia pone la domanda e cerca la risposta a quella domanda. E così facendo costruisce un ponte che allontana o avvicina alla risposta. Allontanandosi o avvicinandosi a quella domanda e quella risposta – nella tradizione biblica è Dio che pone ad Adamo la domanda: “Dove sei? Dove ti trovi?”- la poesia instaura un rapporto sacro con il piccolo mondo che all’uomo è stato affidato.
Papa Francesco ha dichiarato recentemente che il poeta che gli è più caro è Holderlin che trascorse gli ultimi 36 anni della sua vita rinchiuso in una torre, isolato dal mondo. Prova tenerezza Papa Francesco per questo poeta che non sapeva dove andare, ma che nella sua poesia ha racchiuso, forse più di ogni altro poeta, l’autentica visione dell’essere al mondo, una visione spirituale e religiosa al tempo stesso, che oltrepassa l’isolamento della condizione umana, al di là del confine di ogni tempo. (di Luigia Sorrentino)
IL VIDEO-SERVIZIO DI LUIGIA SORRENTINO
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Molto interessante. La volontà che non soffre è sonno e senza morte non c’è vita.Schizofrenico catatonico il grande Holderlin, che spesso come gli artisti con una capacità d’osservazione psicologica e più raffinata degli stessi clinici.A volte Holderlin si sedeva di fronte alla finestra della sua torre e guardava il panorama con parole comprensibili e così immerso nella natura sembrava avere un rapporto sereno con se stesso, era “occupato” con se stesso.Sono felice di conoscere l’amore di Papa Francesco per questo poeta che amo molto. E grazie a te Luigia di questo link.
Il poeta è un Adamo diverso da quello che la Bibbia ci propone (stranamente ho notato che la vecchia scrittura ci propone une Adamo più credibile), Holderlin è un profeta poetico, pertanto strano che li piaccia ad un papa…:)
Grazie per l’audio-video. Tutto da condividere. Certo, l’uomo che non ha casa, costretto a vagabondare, è il povero tra i poveri, colui che non avendo un posto-ruolo nella società, nel mondo, fatica quasi a dire “io sono”, poiché “essere” significa innanzitutto riconoscersi in relazione spazio-temporale col mondo: società e ambiente in cui ci si trova. Papa Francesco continua a sorprendere.
Felicissima di sentire la tua voce cosi’ chiaramente! Simpaticissimi Papa Benedetto XVI e Papa Francesco che amano la poesia! Anch’io ho passato tanto tempo in una torre rotonda con una finestra dalla quale guardavo i rami di una vecchia quercia e non ho mai pensato a Holderlin, poeta della mia tesi, della mia gioventu’! Grazie a Paolo… a te cara Luigia …cerchero’ fra le scatole chiuse di riaprire il libro di cui ricordo le pagine consumate.
…Probabilmente, sotto la scorza della semplicità e bonarietà Papa Francesco nasconde innanzitutto (ovviamente) una grande umanità e, forse, anche una grande profondità di pensiero…
Penso che continuerà a sorprenderci con la sua personalità.
Probabilmente ha individuato nel poeta Hoderlin il prototipo dell’uomo esule, non per forze esterne, ma per scelta di un assoluto bisogno di solitudine spirituale.