In memoria di te, Antonio Tabucchi
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25 marzo 2013 a un anno dalla scomparsa di Antonio Tabucchi, vi ripropongo il testo di un mio servizio mai andato in onda sulla scomparsa del grande scrittore. Mi piace ricordarlo così, con le parole che scrissi nel giorno della sua scomparsa, il 25 marzo 2012.
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Troppo presto ci ha lasciato Antonio Tabucchi, scrittore italiano di fama internazionale. Se ne va il 25 marzo 2012 a soli 68 anni il maggiore conoscitore e divulgatore dell’opera di Fernando Pessoa. La morte a causa di una ‘brutta’ malattia, come si usa dire, a Lisbona, la città che amava di un amore viscerale e nella quale verrà sepolto.
Tabucchi ci lascia un patrimonio prezioso di romanzi, traduzioni e saggi.
Il successo editoriale arriva nel 1994 con il libro “Sostiene Pereira” edito da Feltrinelli con il quale lo scrittore vinse il Premio Campiello. Solo un anno più tardi il romanzo diventò un film diretto da Roberto Faenza e interpretato da Marcello Mastroianni. Il romanzo – che racconta la solitudine dell’uomo – è ambientato a Lisbona durante la dittatura di Salazar: ci ha trasmesso il coraggio della verità e il valore della libertà.Tabucchi era nato a Pisa il 24 settembre del 1943. Aveva iniziato l’attività di scrittore nel 1975 con il romanzo “Piazza d’Italia”, cui fecero seguito varie raccolte di racconti, “Il gioco del rovescio” e “Piccoli equivoci senza importanza”. Poi “Notturno indiano”, “Requiem” e ancora, “Tristano muore”.
Sono moltissime le sue opere: del 2003 “Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori”, sette testi di poetica, per la maggior parte inediti in Italia. E ancora “L’oca al passo”, “Il tempo invecchia in fretta” e infine “Racconti con figure”, del 2011.
Nel suo famoso romanzo epistolare, “Si sta facendo sempre più tardi“, Tabucchi scrive: “Le persone sono lontane quando ci stanno accanto, figurarsi quando sono lontane davvero […] Ma ciò che inquieta di più e che rode come un tarlo testardo infilato in una vecchia tavola e impossibile da far tacere se non con un veleno che avvelenerebbe anche noi, è la lettera che non abbiamo mai scritto. ‘Quella’ lettera.”[…]di Luigia Sorrentino
Abbiamo perso con lui, fra l’altro, una delle più alte coscienze civili del nostro Paese -e non ne abbiamo molte. E’ stata una perdita grave.
Mi dispiace che la malattia abbia vinto su uno spirito cosi tenacemente osservatore, vitale. Facciamo attenzione a tutto e poi un virus furtivo ci fulmina. Una grande ingiustizia e’ la morte che prende certi troppo presto. Contro di lei non possiamo niente, ci prende quando vuole. E` forse il nostro nemico piu’enigmatico… certamente il piu’ silenzioso, il piu’ invisibile. I suoi libri rimangono…
A Tabucchi debbo la “scoperta” di Fernando Pessoa, e fu una scoperta travolgente, e una emozione che tuttora resiste e mi porta a rinnovare la lettura di Pessoa e della moltitudine dei suoi eteronimi e dei diversi movimenti letterari da lui nati… Ho molto apprezzato il romanzo “Sostiene Pereira” e il film da esso tratto… Grazie per averlo ricordato.
Ricordo Antonio Tabucchi come una persona gentile:conservo una sua cartolina che raffigura Charlie Chaplin con un canino seduto sullo scalino di un portone, dall’aria vagamente triste e pensierosa. Nel retro una scrittura minuscola, quasi illeggibile…”Gentile Paolo,di Antero de Quental,purtroppo,non esiste nessuna biografia in Italia(e suppongo anche in Portogallo).Sono stati tradotti alcuni scritti da una piccolissima casa editrice che non ricordo. La traduzione è assai mediocre.(ma credo ci sia il testo a fronte o forse mi sbaglio). Sulle Azzorre,tre o quattro anni fa,una scrittrice italiana scrisse un romanzo molto bello,di cui parlai sul “Corriere”.Romana Petri,”il baleniere delle montagne”(rizzoli). Le do il suo indirizzo:<<<<<le scriva.E’ una persona gentile e ama molto quelle isole,ci va spesso.Grazie per le sue poesie,mi hanno fatto molto piacere.Un caro saluto anche a lei.Antonio Tabucchi”. Alcuni anni dopo, ebbi la fortuna di conoscerlo anche personalmente.
Antonio,non è morto e nemmeno una perdita: continua a vivere con i suoi romanzi.
Sì, avete ragione, Antonio Tabucchi continua a parlarci, come soltanto i ‘grandi’ sanno fare.
Com’e’ bello quest’amore di Paolo!Pieno di entusiasmo… un paladino della vita.