Novità editoriali
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Bert e il Mago
Fabrizio Pasanisi
Nutrimenti
Finalista XXV edizione Premio Calvino
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È il 1933 quando l’incendio del Reichstag a Berlino segna il destino della Germania, vittima dell’ascesa inarrestabile di Hitler: i nazisti accusano del rogo i comunisti e avviano una spietata caccia all’uomo. Il giorno successivo all’incendio, 28 febbraio, Bertolt Brecht, che è nell’elenco degli artisti non graditi per le sue simpatie comuniste, lascia in tutta fretta il paese.
Appena qualche settimana prima, l’11 febbraio, a varcare la frontiera era stato Thomas Mann, dopo che una conferenza su Wagner a Monaco di Baviera gli aveva attirato le ire dei nazionalisti hitleriani. Di fronte ai due si apre il lungo, doloroso cammino dell’esilio.
Con stile incalzante e cura rigorosa nella ricostruzione degli eventi e nel ritratto dei personaggi e delle loro relazioni, Bert e il Mago mette in forma di romanzo le vite parallele di due dei maggiori esponenti della cultura europea novecentesca: la formazione della loro poetica, la genesi delle opere, la notorietà e i riconoscimenti, i risvolti meno noti della sfera privata, il fatale scontro con l’aberrazione nazista.
Due scrittori rivali, distanti per età, credo politico e concezione di letteratura, ma legati da una sorte comune: quella dell’intellettuale posto di fronte alla sopraffazione e alla violenza della storia; quella dell’uomo costretto alla fuga, e al ripensamento dei propri valori, davanti alla follia del mondo.—-
Fabrizio Pasanisi è giornalista, autore televisivo, studioso di letteratura e traduttore. Con Bert e il Mago, suo libro d’esordio, è stato finalista al Premio Italo Calvino 2012, dove ha ricevuto la menzione speciale della Giuria.
Credo che la poesia (e ogni arte) abbia nel suo dna, quale funzione essenziale più o meno consapevole,la ribellione contro ogni tipo di sopraffazione che produca perdita della libertà e della dignità dell’uomo. Pertanto non c’è da stupirsi se poeti (artisti) di diversa estrazione e ideologia, si ritrovino nel comune sentimento di opposizione contro politiche di intolleranza e di sopraffazione nei confronti della persona umana. Si potrebbe affermare che l’arte in genere “urga” proprio come bisogno di opporsi a tutto quanto agisce come sopraffazione nei confronti dell’uomo libero, cioè, per sintetizzare, contro il tiranno, qualunque sia il suo progetto politico.