Prisca Agustoni, “Poesie scelte”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

In Prisca Agustoni la poesia nasce come atto d’ascolto interiore, o meglio, come risultato di un movimento di attenzione, come se questa capacità scaturisse da un organo nascosto. Si tratta di uno stato d’allerta, nel quale sia la sensibilità che la riflessione partecipano per catturare i minimi particolari che poi saranno trasfigurati in immagini, silenzi, suoni. Inizialmente, la poesia nasce da una domanda rimasta aperta, come un vettore che circola in aria senza trovare mai riposo. La riflessione interviene appunto per dare parole essenziali e precise a questo vano aperto nella sensibilità.

Giuliano Ladolfi Editore (Zaffiro) 2013, euro 12,00

Prisca Agustoni (Lugano, 20 maggio 1975) è una scrittrice e poetessa svizzera. Dopo la laurea in lettere ispaniche e filosofia e il master in “Studi di genere” all’Università di Ginevra, nel 2002 si trasferisce in Brasile, dove ottiene il dottorato in letteratura comparata presso l’Università Cattolica di Minas Gerais, a Belo Horizonte. La sua attività letteraria è contraddistinta dal plurilinguismo (scrive in italiano, portoghese e spagnolo) e da un importante lavoro di traduzione di poesia contemporanea brasiliana e autori di poesia svizzera di lingua italiana. Dal 2008 è professore ordinario di lingua e letteratura italiana all’Università Federale di Juiz de Fora.


Ostaggi

Nella morsa
dove nessuno mi cercava
ho filato le vertebre.
Da allora porto con me
queste ossa
nell’incavo del verbo,
e così facendo
a voce si spiega
come un planisfero aperto

***
Attraversiamo paesaggi

come si ritorna
a un ricordo
che non si vuol più ricordare.
Allo sbocco della galleria
ci è data
la stessa montagna
e l’altra faccia di noi stessi:
stranieri
e già così lontani
dall’intinto della lingua.

***

uso una lingua
di respirazione incerta
perché non percorrere
né il midollo
né la torsione
del verbo
: non sa più recidere i volti
ancora vivi nei ritratti,
e diserta in me la voce.

***

Nella città ho seminato indizi,
orme che illuminano
il cammino del ritorno,
una qualsiasi via d’uscita
in caso d’incendio.
Nella città ho fatto il trapianto,
non uno, ma diversi
codici allo stesso tempo
si sono mischiati
come colla alle parole.

1 pensiero su “Prisca Agustoni, “Poesie scelte”

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