Innocenzo Odescalchi, “Prima dei geografi”

Arte e Poesia
a cura di Luigia Sorrentino

Innocenzo Odescalchi “Prima dei Geografi”, mostra a cura di Francesca Pietracci.

La grande installazione di Innocenzo Odescalchi intitolata Prima dei geografi è dedicata al tema del viaggio e della percezione dello spazio attraverso un tempo di percorrenza prettamente umano.

Le tele e le tavole che la compongono sono grandi, materiche, informali … sono come delle ampie mappe ricche di stratificazioni, che il tempo e la ricerca sembrano aver eroso. Il colore ocra brillante, quasi oro, rimanda all’elemento terra, il blu inteso e gli azzurri all’atmosfera, il rosso al fuoco e alla carnalità. L’artista sembra essersi fatto puro tramite e aver permesso agli elementi stessi di entrare in gioco autonomamente, di conquistare i loro spazi, di accavallarsi, di emergere o di inabissarsi.

La sua è una rappresentazione “aperta”, che si può leggere o percorrere partendo da una molteplicità di accessi, di inizi. E’ una sorta di labirinto che, invece di svilupparsi in superficie, si dirama in profondità, un labirinto che qualche volta appare anche in forma di piccolo simbolo stilizzato, come indizio di stratificazioni di culture e civiltà. Un altro simbolo presente nelle sue opere è un piccolo gattopardo, un animaletto vivace, curioso, forse fuggito da qualche stemma araldico.

Le sue opere, infatti, analizzano e decostruiscono il sistema di convenzioni che permea ogni forma di comunicazione e di rappresentazione dello spazio. I molteplici ed enigmatici sistemi di scritture e di simbologie che lui a volte chiama in causa hanno lo scopo di evidenziare il fatto che l’essere umano, per mezzo di essi, è stato gradualmente allontanato dalla realtà tangibile e dall’esperienza diretta del pianeta a cui appartiene e del sistema delle galassie all’interno delle quali esso è inserito.

La sua opera è concepita come un insieme unitario di singoli dipinti informali ai quali si aggiungono oggetti e recipienti testimoni e mezzi del suo processo creativo.

I temi del viaggio e dell’esplorazione sono alla radice di ogni sua opera e superano il confine di un significato puramente letterario.

La bellezza e la preziosità “barbarica” delle sue opere catturano lo spettatore all’interno di un mondo duplicato, ma forse più vero di quello che riesce a percepire la civiltà contemporanea.

La fascinazione del colore, unito alla materia e alla ricerca di un assoluto aureo, spingono ad una profonda riflessione in merito alla concatenazione esistenziale di concetti circolari quali quelli di enigma-percorso-scoperta-enigma.

Innocenzo Odescalchi
Prima dei geografi
a cura di Francesca Pietracci

17 luglio – 4 ottobre 2013
Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese

Project Room
viale Fiorello La Guardia 6, Roma
Inaugurazione 16 luglio 2013 ore 18.30
La mostra di Innocenzo Odescalchi, intitolata “Prima dei geografi” a curata da Francesca Pietracci, è stata inaugurata a Roma il 16 luglio alla ore 18.30 presso il Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese su iniziativa di Roma Capitale. La grande installazione di Innocenzo Odescalchi intitolata Prima dei geografi è dedicata al tema del viaggio e della percezione dello spazio attraverso un tempo di percorrenza prettamente umano.

“Le tele e le tavole che la compongono sono grandi, materiche, informali … sono come delle ampie mappe ricche di stratificazioni, che il tempo e la ricerca sembrano aver eroso. Il colore ocra brillante, quasi oro, rimanda all’elemento terra, il blu intenso e gli azzurri all’atmosfera e all’acqua, il rosso al fuoco e alla carnalità. L’artista sembra essersi fatto puro tramite e aver permesso agli elementi stessi di entrare in gioco autonomamente, di conquistare i loro spazi, di accavallarsi, di emergere o di inabissarsi. La sua è una rappresentazione “aperta”, che si può leggere o percorrere partendo da una molteplicità di accessi, di inizi. E’ una sorta di labirinto che, invece di svilupparsi in superficie, si dirama in profondità, un labirinto che qualche volta appare anche in forma di piccolo simbolo stilizzato, come indizio di stratificazioni di culture e civiltà. Un altro simbolo presente nelle sue opere è un piccolo gattopardo, un animaletto vivace, curioso, forse fuggito da qualche stemma araldico. Le sue opere, infatti, analizzano e decostruiscono il sistema di convenzioni che permea ogni forma di comunicazione e di rappresentazione dello spazio. I molteplici ed enigmatici sistemi di scritture e di simbologie che lui a volte chiama in causa hanno lo scopo di evidenziare il fatto che l’essere umano, per mezzo di essi, è stato gradualmente allontanato dalla realtà tangibile e dall’esperienza diretta del pianeta a cui appartiene e del sistema delle galassie all’interno delle quali esso è inserito. La sua opera è concepita come un insieme unitario di singoli dipinti informali ai quali si aggiungono oggetti e recipienti testimoni e mezzi del suo processo creativo. I temi del viaggio e dell’esplorazione sono alla radice di ogni sua opera e superano il confine di un significato puramente letterario. La bellezza e la preziosità “barbarica” delle sue opere catturano lo spettatore all’interno di un mondo duplicato, ma forse più vero di quello che riesce a percepire la civiltà contemporanea. La fascinazione del colore, unito alla materia e alla ricerca di un assoluto aureo, spingono ad una profonda riflessione in merito alla concatenazione esistenziale di concetti circolari quali quelli di enigma-percorso-scoperta-enigma.

Francesca Pietracci (dal testo in catalogo)


Innocenzo Odescalchi, nato A Roma nel 1956, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti a Roma nel 1981.

_ Partecipa nel 1995 a Bruxelles e Lione a una Collettiva di Artisti Italiani
_ Nel 1998 mostra personale alla Galleria del Cortile Roma
_ Nel 1999 a Toronto in Canada alla The Joseph Carrier Art Gallery
_ Nel 2002 Museo del Corso Esposizione Permanente
_ Stazione Termini Binario 24 mostra personale
_ Nel 2003 al Mestnicity Museum a Lubiana
_ nel 2005 Secrete Continer (personale) Galleria del Cortile
_ Nel 2007 Scritture Perdute (personale) con testo di V. Zeicher Nube di Oort Roma
_ Nel 2007 Viterbo Collettiva Noctorius
_ Nel 2008 Arte Contemporanea Moderna – Roma Palazzo dei Congressi
_ Nel 2011 Biennale di Venezia Padiglione Italia ( Regione Lazio )
_ Nel 2013 Prima dei Geografi Museo Bilotti Project Room Roma

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