Appuntamento
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Biblioteca di Palazzo Isimbardi, giovedì 26 settembre 2013, Via Vivaio 1 Milano – ore 18 – Milo De Angelis
“Milano, la notte e la poesia” un’altra linea lombarda. Testi letti da Viviana Nicodemo.Negli anni cinquanta Luciano Anceschi pubblicò una celebre antologia, intitolata La linea lombarda. La tesi di fondo dello studioso bolognese era che i poeti lombardi si caratterizzavano per concretezza, aderenza alle cose, senso della realtà, impegno civile. Era quella che Anceschi chiamava la poesia “in re”, la poesia dentro la cosa, contrapposta alla poesia “ante rem”, tipica di una visione metafisica dell’esistenza. In questo modo però Anceschi finiva per privilegiare una componente della poesia milanese e lombarda – quella illuminista e razionale – che certamente esiste, ma che non è l’unica.
Esiste il Parini, ma ci sono anche gli Scapigliati. Esiste la concretezza quotidiana di Luciano Erba ma esistono anche le tenebre di Testori e la sterminata infanzia di Franco Loi. Intendo dire che c’è un’altra linea lombarda, legata alla visione, allo scavo interiore, al sogno. E quest’altra linea va testimoniata. L’antologia qui presente vorrebbe essere un primo tentativo di presentare la zona più oscura e profonda dell’anima milanese e lombarda dell’ultimo secolo, quella che attraverso gli Inni Sacri e la Scapigliatura, si collega al Romanticismo e sceglie di esplorare i luoghi poetici inafferrabili da qualsiasi razionalismo e protesi a scendere in verticale nei grandi temi del tempo, della morte, del destino.
Il desiderio di un solo assoluto, vero, perfetto e’ l’aspirazione di tanti mondi chiusi che vivono l’uno accanto all’altro in competizione e si sfiorano appena.
Il botanico considera la diversita’come pluralita’ incantevole che classifica con gioia e sicurezza. La sua vita sarebbe monotona e triste se ci fosse solo un fiore.