Giancarlo Cauteruccio, Due atti unici

Appuntamento

Giancarlo Cauteruccio alla 57esima Biennale Musica di Venezia firma la regia di due opere in prima esecuzione assoluta di Vittorio Montalti e Raffaele Grimaldi.
Il 9 ottobre 2013 alle ore 20.00 al Teatro Piccolo Arsenale.

Il progetto sigla una collaborazione tra Krypton e Biennale di Venezia e conferma l’eccellenza della residenza creativa della compagnia al Teatro Studio di Scandicci.

DUE ATTI UNICI

La macchina
opera per tre voci, due attori e ensemble (2013)
prima es.ass. – commissione La Biennale di Venezia
musica Raffaele Grimaldi (1980)
libretto Diego Giordano
Mirella Di Vita soprano
Stephanie Lewis mezzo soprano
Eduardo Hurtado tenore
Jo Bulitt performer

L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento
opera per tre voci, ensemble e elettronica da un testo di George Perec (2013)
prima es.ass. – commissione La Biennale di Venezia
musica Vittorio Montalti (1984)
libretto Giuliano Compagno
Ljuba Bergamelli soprano
Salvatore Grigoli baritono
Jo Bulitt performer
Fulvio Cauteruccio voce narrante

MARTLAB – Marco Ligabue, Simone Conforti, Roberto Neri elettronica
Ensemble Nuovo Contrappunto
Mario Ancillotti direttore
Loris Giancola elementi scenici
Massimo Bevilacqua costumi
Giancarlo Cauteruccio regia e scenografia
Una produzione La Biennale di Venezia e Teatro Studio Krypton – Scandicciin collaborazione con “Maggio Fiorentino Formazione” – Accademia del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze
UVI Sounds & Software (IRCAM Prepared Piano)

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All’interno del 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea – Biennale di Venezia
Altra voce, altro spazio diretto da Ivan Fedele, che si svolgerà a Venezia dal 4 al 13 ottobre, il 9 ottobre alle ore 20.00 al Teatro Piccolo Arsenale, vanno in scena Due atti unici di teatro musicale dei giovani compositori Raffaele Grimaldi e Vittorio Montalti, già Leone d’argento alla Biennale Musica del 2010.
La macchina del primo e L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento del secondo autore, nascono come commissioni della Biennale di Venezia e sono realizzate in coproduzione con Teatro Studio Krypton di Scandicci e in collaborazione con Teatro La Fenice, Maggio Formazione – Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

A firmare la duplice regia è un protagonista del rinnovamento della scena teatrale europea degli anni 80, Giancarlo Cauteruccio, attore, regista, scenografo, video artista, autore di spettacoli che strutturano lo spazio teatrale attraverso luci, suoni e immagini. Prima con la compagnia Krypton e quindi alla direzione del Teatro Studio di Scandicci, Cauteruccio persegue una drammaturgia della luce impiegando le più sofisticate tecnologie elettroniche. Da Beckett e Pinter a Shakespeare, i suoi lavori sono stati infatti ospitati non soltanto nei luoghi deputati ma anche da Documenta 8 di Kassel ed Ars electronica di Linz.

Per la parte musicale è Mario Ancillotti, fra i più importanti flautisti, a dirigere l’ensemble Nuovo Contrappunto, nato in seno alla Scuola di Fiesole, di cui lo stesso Ancillotti è direttore e instancabile animatore.

Con sottile e rara autoironia, La macchina del trentatreenne Raffaele Grimaldi, autore del libretto Diego Giordano, mette in scena il caso di un dottore e della sua assistente che cercano di riportare alla ragione la personalità scissa di un compositore di musica contemporanea.
Il soggetto del ventinovenne Montalti, su libretto di Giuliano Compagno, attinge direttamente al testo di Georges Perec – L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento – e alla sua originalissima scrittura che impiega, come quella di tutti i componenti del movimento letterario dell’OuLiPo, limitazioni formali di ogni tipo, letterarie o matematiche. Così il poema Alfabeti traspone in poesia un principio della musica seriale (non riutilizza una consonante di un insieme prima di aver fatto uso di tutte le altre consonanti del medesimo insieme), mentre L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento rappresenta come in un diagramma tutte le possibili variabili della richiesta di un aumento al capo (quando? in che modo? il mio capo sarà in ufficio? sarà disposto a ricevermi? e sarà di buon umore?).

La scena ideata da Giancarlo Cauteruccio è virtuale, immateriale, una sorta di “scatola magica”, dove gli elementi della realtà sono trattati per creare gli ambienti. Il risultato è uno spazio dinamico, legato al ritmo musicale, che “esegue” la partitura e si trasforma. “L’utilizzo delle tecnologie – dichiara il regista Cauteruccio – è anche una forma di teatro sostenibile. Nel mondo virtuale l’immagine è lo spazio e lo spazio è una sorta di mappatura digitale. Di fatto le tecnologie di oggi non sono che il punto di arrivo, o meglio, la chiusura del cerchio dell’illusionismo prospettico barocco”.
Nella prima opera, La macchina, le immagini sono portanti e definiscono uno spazio fluido: c’è un bosco che rappresenta un luogo mentale, onirico; c’è lo studio dello psicanalista e c’è “la macchina”, cioè quello strumento scientifico che dovrà operare la guarigione della mente del nostro compositore.
Nella seconda opera, L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento, l’immagine scompare e lo spazio si fa geometrico: l’ufficio, elemento di base, è concepito come un’architettura dinamica, è l’ossessione del protagonista e viene replicato in tutte le sue componenti (la porta del capo, della segretaria del capo….)
Questi due lavori sono stati realizzati al Teatro Studio diventando ulteriore occasione formativa per giovani artisti e operatori e proiettando sul piano nazionale la progettualità della residenza creativa e attiva che Krypton attua da anni al Teatro Studio. Una vocazione che ha prodotto importanti risultati, sia nella verifica di processi formativi sperimentali, inediti in Italia, sia nella professionalità di molti partecipanti che si sono affermati nel mercato del lavoro. L’impegno di Krypton in questo ambito ha inoltre ricevuto importanti riconoscimenti delle istituzioni, come conferma l’aggiudicazione della prima posizione al bando della Regione Toscana (Linea d’azione: “sostegno e promozione dei progetti di residenza artistica e culturale finalizzati alla diffusione della cultura e delle arti dello spettacolo dal vivo”), e le molte collaborazioni proficuamente avviate con enti quali il Maggio Musicale Formazione o Verona Opera Academy.

Entrambe le opere saranno replicate al Teatro Sociale di Bergamo il 30 ottobre.

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