Appuntamento
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Parigi dedica la più grande retrospettiva a cinquan’anni dalla morte a Georges Braque, tra gli inventori del Cubismo e tra i grandi protagonisti delle avanguardie del Novecento. La mostra, visitabile al Grand Palais, fino al 6 gennaio 2014 espone 260 opere, provenienti da oltre venti Paesi diversi.
Brigitte Léal, la curatrice della mostra, ha lavorato all’esposizione per più di due anni. Il percorso cronologico comincia con il Fauvismo, nel 1906, che, come ha spiegato, “E’ una formidabile introduzione alla sua creazione, perché sarà un grande pittore di paesaggi, un grande colorista”. L’invenzione di Braque ha detto la Lèal, è che “sono quadri che esplodono di colori, colori che non hanno nulla a che vedere con i colori naturali del paesaggio, ed è proprio in questo che osserviamo una vera e propria invenzione, unica nel suo genere”.
Nel 1907 Braque entra in contatto con Pablo Picasso, dalla loro collaborazione nascerà il Cubismo. “Braque lo ha spiegato molto bene nelle sue memorie: abbiamo condiviso un’avventura comune, eravamo come una cordata di montagna. Ciò vuol dire che ogni progresso dell’uno era sostenuto dal progresso dell’altro”, ha affermato la curatrice. “Avevano detto al loro mercante d’arte che non volevano più firmare le opere affinché non si potesse più identificare quale quadro appartenesse all’uno o all’altro”.
Le loro strade si separano con la Prima Guerra Mondiale. Braque prosegue, instancabile, le proprie ricerche e inventa la tecnica dei papiers collés, nature morte cubiste di mandolini e chitarre, introducendo nei quadri pezzi di carta, di giornale, presenti poi anche nell’opera di Picasso. Braque però di questa tecnica è stato in il precursore, ed è stato anche il precursore dell’astrattismo del ventesimo secolo. Il suo ruolo è stato fondativo del Cubismo, ma gli è stato per così dire, “scippato” da Picasso, un compagno d’avventura “ingombrante” che non gli ha consentito di godere della stessa enorme popolarità di cui ha goduto Picasso. Non è un caso che negli anni in tutto il mondo, le mostre dedicate a Picasso non abbiano mai smesso di moltiplicarsi, mentre quelle dedicate a Braque sono state rarissime. La mostra del Grand Palais è, dunque, la rivincita di Braque, amico del musicista e compositore Erik Satie, ma anche dei poeti Paul Reverdy, Ponge, Char e di intellettuali quali Carl Einstein e Jean Paulhan.
Credo che Braque sia stato, rispetto a Picasso, più “rigooroso” nella ricerca del cubismo, portando avanti tale ricerca con minore
“esibizionismo” nei confronti del genio Picasso, il cui talento, alla fine, si è mostrato essere più “tentacolare” e quasi incapace a resistere alla molteplicità di esperienze che gli si offrivano. Una specie di Pessoa che non rifiuta nessuna esperienza poetica, portando, però, tale voracità creativa all’estremo della ricerca e della pratica (galassia eteronimica).
Da un Braque “monolitico” a un Picasso “polimorfo”.