Appuntamento
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Giovedi 24 ottobre 2013 nella Basilica di San Marco a Venezia avrà luogo una straordinaria rappresentazione: l’esempio della liturgia che i gesuiti celebravano nel Paese di Confucio porterà in scena circa 50 persone, riproponendo il metodo utilizzato dai gesuiti, mediatori culturali ante litteram, nell’evangelizzazione della Cina.
Una prima assoluta, rispolverata dopo oltre due secoli, propone un percorso di studio e approfondimento scientifico e culturale che ha consentito di recuperare partiture e liturgia. Sono alcuni dei valori straordinari di Dominus Vobiscum, prima assoluta di un esempio di liturgia gesuita del Settecento, realizzata dall’Università Ca’ Foscari Venezia e diretta dalla professoressa Elisabetta Brusa, apprezzata regista teatrale, con l’impiego di studenti dell’ateneo impegnati nelle attività teatrali dell’Università e degli studenti cinesi del Consorzio dei Conservatori del Veneto.
Il primo impatto con la cultura occidentale, per generazioni di cinesi, è stato il rituale della liturgia cattolico-cristiana, opportunamente declinato, per un’assemblea di fedeli o aspiranti tali del lontano Oriente, dall’ordine dei Gesuiti. Forma che ora viene riproposta giovedì 24 ottobre alle ore 20 nella Basilica di San Marco, nell’ambito del Convegno del Patriarcato di Venezia “Le chiese tra culto e cultura” (24 e 25 ottobre), dedicato all’incontro di culture e religioni nella Chiesa contemporanea.
Il progetto, ideato e diretto da Elisabetta Brusa, ripercorre, grazie ad alcune delle Lettere edificanti e curiose che i gesuiti hanno inviato in Europa dalla Cina, il metodo utilizzato nel Settecento da questi veri e propri mediatori culturali per entrare in contatto con un mondo totalmente diverso da quello occidentale.
Affascinati dalla profondità e dall’eleganza della cultura cinese, i missionari, con grande rispetto, riuscirono a coniugare il Vangelo con la realtà che li ospitava. La musica fu un esempio del loro modo di procedere. Le celebrazioni liturgiche nelle Chiese vedevano infatti un dialogo musicale tra vari brani della liturgia cristiana, liberamente scelti dalle comunità gesuite sparse in luoghi diversi della Cina e preghiere di risposta musicate “alla cinese”. e trascritte nel 1780 su partitura da Padre Joseph-Marie Amiot per farle conoscere in Europa.
Seguendo lo stesso metodo, secoli dopo, Dominus Vobiscum coniugherà brani di musica sacra veneziana con le originali e antiche trascrizioni cinesi.
Saranno “in scena”; alcuni studenti di Teatro Cantiere Ca’ Foscari, Università Ca’ Foscari Venezia impegnati con brani tratti dalle Letture dalle Lettere edificanti e curiose dei Gesuiti in Cina; Cantus Anthimi diretto da Livio Picotti con un repertorio di brani tratti dall’Ordinarium di vari maestri di scuola veneziana in dialogo con un insieme di studenti cinesi dei Conservatori del Veneto che eseguiranno alcuni dei canti sacri tratti da Musique sacrée. Les notes chinoises mises sur des lignes à notre manière di Padre Joseph- Marie Amiot da Pechino; Ensemble Dominus Vobiscum diretto da Francesco Fanna, composto da professionisti e giovani esecutori con Soprano Gemma Bertagnolli Mezzosoprano: Giovanna Dissera Bragadin; Coro Academia Ars Canendi diretto da Manuela Meneghello.
Brano di chiusura collettivo: Magnificat di Antonio Vivaldi
“Sarà l’occasione per ripercorrere una straordinaria vicenda di profondo e intelligente dialogo culturale e religioso, dal quale emerge una modalità della capacità di “incontro” che i gesuiti possedevano in quanto si rivelarono in questo caso mediatori capaci di far dialogare tradizioni così diverse. – commenta la professoressa Elisabetta Brusa – La manifestazione esprime la nostra contemporanea volontà di recuperare quel dialogo tra noi, la nostra storia musicale e il mondo della Cina rappresentato in questo caso da giovani musicisti dei Conservatori del Veneto che sono qui a studiare la nostra cultura come, a loro volta, nuovi e futuri mediatori della cultura italiana in Cina e come rappresentanti di un pezzo di storia del loro paese. La collaborazione con il Patriarcato di Venezia, inoltre, è ovviamente l’inestimabile valore aggiunto di questa iniziativa.”
Al progetto contribuiscono la Procuratoria di San Marco, l’Ufficio Beni Culturali – Diocesi Patriarcato di Venezia, l’Istituto Confucio di Venezia, il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, gli Alumni di Ca’ Foscari e il Consorzio tra i Conservatori del Veneto.
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