Letture
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Nato a Catania nel 1965, Giovanni Granatelli vive sin da bambino a Milano. Il suo mestiere è da sempre vendere libri: prima come libraio e poi come responsabile della rete promozionale di un distributore editoriale nazionale.
Si serve delle parole di Danilo Kis, inserite in epigrafe al suo ultimo libro: “Scrivo, dunque, perché sono insoddisfatto di me stesso e del mondo. Per esprimere quest’insoddisfazione. Per sopravvivere.”
Giovanni Granatelli con l’editore Mobydick ha pubblicato le raccolte Strategie di resistenza, 2002, Giuramento, 2009 e Versione, 2012.
NELLA RISIERA
Le stalagmiti di metallo
solidificano il fumo,
ne riconsegnano il peso
alle minuscole
possibilità della memoria.
L’atrocità stenografata
nel cortile silenzioso
dove i passi balbettano,
qui già all’aria aperta,
distanti quanto occorre
per potere sopportare.
Tre ospiti accorati,
graziati doppiamente:
ammessi a ritornare
e sguardo accanto a sguardo.
Dentro l’ossimoro di aprile
violentemente oscillanti.
*
INDACO
Nuvole violacee
dalle forme di animali
e folate di apprensione,
che planano in silenzio
sui margini dei viali
sui bordi sfilacciati
del senso consigliato.
Di quali epifanie
salvare le ragioni?
Quindi averlo ribadito
fino all’ultimo respiro:
era così inerme
guardata dai balconi
la recita dei passi
tra l’asfalto e l’orizzonte.
*
ESTATE. MOLTO PRESTO
Pulviscolo di luce
sui ferri del cantiere
e schiuma di preghiere
che sposto con le dita
verso le altre stanze.
Sul tema intraducibile
del sonno più prezioso
febbrili trattative
fra il niente e le altre voci.
E adesso dopo adesso
insistere a tentare:
restringere il bersaglio,
sottrarre le occasioni,
confondere la mira
ai dadi acuminati
che cadono sul fiato.
*
ALTANEA
Pista di sabbia
e foglie salate
e oltre le dune
la linea di costa.
Anche da qui
stivare occasioni
per dare allo spreco
filo da torcere,
raccogliere lemmi
per scrivere gli angoli
di un’altra memoria,
un’arca leggera,
maneggevole, utile:
la sposti soffiando
verso le impronte
vicine nell’aria.
*
A BRUGES
Alberi e acqua
per sfamare il presente,
questo friabile
accorato disordine
.
oscura sequenza
di obliqui ideogrammi.
.
Perlustro i canali,
le glosse di ombra,
la musica antica
trascritta da solidi
incantanti edifici.
.
Composta bellezza
e quello che fa:
raddoppia veloce
il peso specifico
di ogni domanda
– metà le rilancia.
Cosa devo rispondere?
Forse l’unica sintesi
tuttora possibile
è il gesto meccanico
del braccio nell’aria
che prova a strappare
un lembo di stoffa
dal segno ossidato
di un ordine azzurro.
*
STRAPPATA
Ma così facilmente
manomessa – sfigurata
l’estate
(oggi ogni notizia
lo viene a confermare)
strappata in più punti
nel tessuto più morbido,
che avrebbe dovuto
nutrire le ipotesi
di una musica fragile
votata a durare
– niente sembrava
altrettanto appropriato
di quell’accordarsi
a tutto il verde possibile.
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Giovanni Granatelli, da: “Versione”, Edizioni Mobydick, 2012