Appuntamento
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Si è spento serenamente a 95 anni nella sua casa di Johannesburg la notte del 6 dicembre 2013 il gigante del Ventesimo Secolo: Nelson Mandela, il padre del Sudafrica libero. Era da mesi in condizioni critiche. A fine giugno era stato ricoverato a Pretoria per una grave infezione polmonare dalla quale non si era mai più ripreso. Mandela trascorse 27 anni in carcere a Robben Island per essere poi liberato l’11 febbraio del 1990 dal governo bianco. Nel 1993, quando con l’ultimo presidente bianco Frederik de Klerke, pose la parola “fine” al regime segregazionista gli fu riconosciuto il Nobel per la Pace. Nel 1994 fu il primo presidente nero eletto, ma dall’incarico si dimise dopo quattro anni.
Mandela scelse di rimanere in carcere per regalare la libertà al Sudafrica. Rolihlahla Nelson Mandela, aveva dichiarato che anche in Paradiso avrebbe cercato subito la sede dell’African National Congress, il suo partito. Mandela era nato in una capanna a Mvezo, tra le colline del Transkei (oggi Eastern Cape).
Rolihlahla, il suonome, significa letteralmente “Colui che spezza i rami”, ma fu rinominato Nelson dal suo primo insegnante. Aveva 9 anni quando suo padre morì, fu sua madre a spingerlo agli studi. A 21 anni entrò nell’Università per neri di Fort Hare (missionari scozzesi), studiò la lingua inglese, Antropologia, Diritto. Nel 1943 si laureò per corrispondenza in Legge. Fu in quegli anni che conobbe Evelyn, con la quale si sposò nel 1944 all’età di 26 anni. Abitava a Soweto quando il governo bianco fortificava le barriere dell’apartheid, acconsentendo alla segregazione dei neri e vietando i matrimoni misti. Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1956. Uscirà dal carcere dopo due settimane e sua moglie Evelyn che non sopportava il suo impegno politico e il suo amore per le donne, lo lascia, andandosene con i figli. Nella vita di Mandela entra così Winnie, incontarta alla fermata dell’autobus, che lavora in un ospedale. Mandela fu arrestato di nuovo per 5 mesi dopo le protesete per il massacro di Sharpeville del 1960. Assolto, per non aver commeso reato, si diede alla clandestinità. Mandela ha sempre detto di essersi battuto contro la dominazione bianca e la dominazione nera, ma ha creduto nell’ideale democratico e nella libertà che riconosce uguali diritti e uguali doveri. Un ideale per il quale Nelson si è sempre dichiarato pronto a morire.
Dal 1964 e per 27 anni, Mandela fu rinchiuso nel carcere di Robben Island. Sul suo braccio, il tatuaggio con un numero: 466/64. Quando ritornò libero iniziò la sua terza vita. Nelson Mandela si impegnò nella riconciliazione. Due anni dopo si separò anche da Winnie che lo aveva tradito con un avvocato. Nel 1993 arrivò il Nobel per la Pace, ma in Sudafrica si combatte: bianchi contro neri. Venne anche ucciso il giovane leader anti apartheid, Chris Hani. Mandela mantiene la sua linea: nessuna vendetta, consapevole della sua missione per la Pace. Il 27 aprile del 1994 venne eletto Presidente e Mandiba, questo è l’appellativo che gli fu dato, diventa una stella mondiale. A 80 anni sposa Graca, vedova del presidente del Mozambico Samora Machel e con lei vive nel quartiere di Houghton, un tempo riservato soltanto ai bianchi, in una casa che ospita oltre venti nipoti e bisnipoti. Nel 2004 si ritira a vita privata lasciando la politica. Mandela lascia la moglie Graca, sposata nel 1998, tre figli (due maschi sono morti, uno per incidente, l’altro per AIDS).