Letture
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Luigi Manzi è attivo il poesia da molti anni. Critici e poeti autorevoli, in passato, hanno parlato dai suoi versi, tra i quali ricordiamo Dario Bellezza, Giacinto Spagnoletti, Remo Pagnanelli, Cesare Vivaldi e Gian Piero Bona. Tutti hanno messo in evidenza l’estraneità di questo autore dai circuiti letterari della maggiore editoria italiana e l’appartenenza a un mondo contadino, separato, quasi scomparso oggi.
Dario Bellezza definì la sua poesia affascinante proprio perché antitetica alla sua. I versi di Luigi Manzi infatti, come lo stesso Bellezza rilevò, nascono dalla campagna, dalla contemplazione della natura e cioé da una dimensione estranea alla città. “Fuorivia” ha sullo sfondo – come lo stesso autore precisa nella nota – il conflitto fra contesto rurale e alienazione urbana, ma anche fra diffrazione del postmodernismo e convergenza creaturale dell’arcaico. Luigi Manzi sembra osservare il mondo da lontano, dalla luce dell’infanzia, e a quella luce sembra tornare, insistentemente nella lingua della poesia.
La cruna
E’ più stretta
della cruna di un ago la porta nel vicolo
dove la bicicletta s’infila
senza che il ciclista
rallenti la corsa o scenda
per rifarsi il fiato.
*
Insonnia
Lungo la via i lampioni soffiano la luce
nell’oro di un flicorno. E’ notte alta;
il vento rovescia vasi e bottiglie, rotola
sul basolato. Le ombre dei palmizi
vanno e vengono sull’intonaco;
l’ubriaco si tiene alla parete: il rosso vivo del sigaretto
si spegne e si accende. Io solo
guardo dai fori delle tapparelle, respiro il fumo
che respira quello.
*
L’ossessiva
L’ossessiva armonia del tuo perimetro…
E’ l’ora in cui i miseri in cerca di ricovero
parlottano di inganni, cercano conforto,
e – sopra le lastre livide del chiostro –
sorreggono la testa,
l’uno all’altro.
La matriarca versa acqua nella scodella.
Dall’unghia che scorre sulla fronte
scende l’olio: nel fondo si deforma.
L’occhio che vi appare, si dissolve.
Da: “Fuorvia”, di Luigi Manzi, Edizioni Ensamble 2013 (euro 15,00) collana diretta da Gezim Hajdari.
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Luigi Manzi è nato nel 1945 e vive a Roma. Ha esordito nel 1969 nella rivista “Nuovi Argomenti” diretta da Carocci, Moravia e Pasolini. Ha pubblicato le raccolte di poesia “La luna suburbana” (1986), “Malusanza” (1989), “Aloe” (1993), “Capo d’inverno” (1997), “Mele rosse” (2004), “Rosa corrosa” (2003) tradotta in macedone da Maria Grazia Cvetkovska e “Il muschio e la pietra” (2004), tradotta in albanese da Gezim Hajdari.