Enzo Cucchi, "Cosmogonia"

enzo-cucchiEnzo CucchiCosmogonia“, Galleria Poggiali e Forconi Via della Scala, 35/A 50123 – Firenze
Nota di Lettura di Silvana Lazzarino

Per soffermarsi ed entrare nei molteplici aspetti della realtà visibile e immaginaria dove abitano presenze legate alla memoria tra mito e storia, all’attualità tra spazi naturali e contesti quotidiani basta cogliere la molteplicità di sensazioni e l’energia che scaturiscono dall’opera di Enzo Cucchi. Il pensiero di Cucchi, (Morro d’Alba, Ancona, 1949) esponente di spicco della “Transavanguardia” insieme a Francesco Clemente, Sandro Chia, Mimmo Paladino e Nicola De Maria, movimento nato alla fine degli anni Settanta e coniato nel 1979 dal critico d’arte Achille Bonito Oliva, si rivolge ad un’indagine sull’esistenza nei suoi flussi periodici tra passato e presente, nostalgia e attualità attraverso cui ripensare ad un possibile futuro per ridefinire stati d’animo, desideri e aspirazioni. All’esistenza nel suo processo di trasformazione in cui l’uomo è protagonista insieme a quanto lo circonda tra terra e cielo, contesto naturale e terrestre, ora accostandosi a lui, ora sovrastandolo, ora accompagnandolo, ora limitandolo nel suo percorso verso la conoscenza, è dedicata un’interessante mostra in corso presso la Galleria Poggiali e Forconi a Firenze in Via della Scala, 35/A fino al prossimo 15 febbraio 2014.
Enzo Cucchi ritrattoEnzo Cucchi Cosmogonia, questo il titolo della personale di Enzo Cucchi, curata da Lorenzo Poggiali, presenta per la prima volta al pubblico una serie di istallazioni appositamente realizzate per gli spazi della galleria in cui l’artista ha voluto ripercorrere il suo modo di avvertire e sentire lo scorrere e il senso dell’esistenza tra verità e finzione, realtà e immaginazione, creando suggestive rappresentazioni in cui si intrecciano linguaggi artistici differenti. Legno, carta, cartone, cellulosa e ancora fotografia, ferro, ceramica, bronzo, interagiscono a suggerire un processo in cui ridefinire entro altri parametri il legame tra l’uomo e la natura intesa nella sua complessità di presenza vicina e lontana, una sorta di “cosmogonia” in cui dar voce a quelle emozioni e allo stesso tempo al bisogno di evadere e scoprire altre forme di realtà possibili. In questa direzione Cucchi plasma e da forma ad atmosfere elevate verso luci calde e contorni sfumati o calate nell’oscurità di una notte appena rischiarata dal calore stellare in cui le associazioni tra i diversi materiali aprono ad un un contatto ancor più concreto con l’universo a scoprire le sue origini per guardare con altri occhi cosa accade al di fuori e dentro se stessi. La sua forza creativa originale, proiettata all’ascolto dell’interiorità individuale, diventa espressione mentale e materica tra primitiva coscienza e aspirazione all’infinito-onirico da cui lasciarsi catturare soltanto guardando le istallazioni presenti in mostra.
Il visitatore entrando nella galleria è subito attratto e avvolto dalla magnificenza dei tre grandi arazzi circolari Cosmogonia eseguiti su una speciale tela ricoperta con getto di inchiostro opaco che ottimizza la resa di colori e immagini in cui compaiono tasche di cotone, inserti di tessuto e cuciture. Lo sfondo nero come un cielo notturno fa vibrare le sagome di costellazioni, cavalli alati trainanti carri a guidare lo sguardo dello spettatore verso orizzonti lontani e sconosciuti, infiniti dove la vita assume altre forme. Da qui si può ripartire per pensare alle origini del cosmo e ai suoi indefiniti confini. E’ poi la volta del Trittico centrato sempre sul lite motive dell’esistenza che riferendosi ad una frase di Leibniz “altrove è tutto come qui” si sofferma sulla sottile linea che unisce e separa principio e fine, prima e dopo e quel sentimento di non finito che avvolge ogni pensiero. Si tratta di tre litografie disegnate su pietra alle cui estremità vi sono tre semisfere di cellulosa su cui è stata applicata carta japom, che raffigurano gatti a richiamare il mistero della realtà, mistero che circonda il gatto, animale sacro fin dall’antico Egitto. Anche le tre litografie cubiche composte da sei facce per ogni cubo per un totale di diciotto disegni originali che formano Prisca affrontano il mistero dell’esistenza. Esistenza che appartiene alla roccia quanto al lupo, all’uomo quanto alla natura: perché ogni essere appartiene a questa vita e come tale partecipa in quanto presenza senziente e non ad ogni suo processo evolutivo. I disegni presenti sulle facce dei cubi spaziano infatti dalla natura con alberi e foreste al mondo animale con i pesci e il lupo, (quest’ultimo è presente anche nella serie “Quadri Politici Svizzeri”) e non mancano i riferimenti all’arcobaleno i cui colori brillanti su sfondo nero aprono alla speranza, arcobaleno che attraversa anche lo spazio tra cielo e montagne del dipinto Senza Titolo.
All’universo mitologico e lucidamente onirico che racchiude presenze di un altrove, Enzo Cucchi accosta segni e rimandi primigeni che si ricollegano al legame tra la terra e l’uomo in quanto sua parte, come emerge dalle due Sculture in bronzo e dai tre olii su tela e ceramica dalla serie Quadri Politici Svizzeri, questi ultimi collocati nell’altra area della galleria quasi fossero presenze assolute ad indicare una nuova contemplazione dell’atto di vedere qui ed oltre.
Attraverso questi lavori di grande impatto visivo ed emotivo in cui elementi di un sentire mitologico si alternano ai luoghi dell’immaginario fiabesco e primordiale, emergono gli interrogativi più cari all’autore circa il senso di questa vita e il destino dell’individuo, il suo essere finito innanzi all’infinito della natura da cui è circondato e cui appartiene. Interrogativi comuni che costantemente tornano a sfiorare la mente nei momenti più particolari e complessi della vita che in questo percorso trovano infinite possibilità di ascolto e lettura.

Enzo Cucchi
Cosmogonia
Galleria Poggiali e Forconi
Via della Scala, 35/A 50123 – Firenze
Orario: martedì – sabato 10 – 13 /15.00 -19

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