In memoria di te, Yitzhak Katzenelson

yitzhakIn occasione della Giornata Mondiale della Memoria che ricorre il 27 gennaio, questo blog vi propone una lettura: Il canto del popolo ebraico massacrato, scritto da Yitzhak Katzenelson.
Yitzhak Katzenelson nacque nel 1886 in Bielorussia, ma presto si trasferì con la famiglia a Lodz, in Polonia, dove aprì una scuola e si dedicò alla Letteratura, scrivendo sia in yiddish, sia in ebraico. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò a Varsavia, dove assisté all’agonia del ghetto.
Nel 1943 la moglie e i suoi due figli minori furono uccisi. Lui, insieme al figlio maggiore, fu portato a Vittel, in Francia. Qui scrisse Il canto del popolo ebraico massacrato. Il 29 aprile 1944 fu deportato ad Auschwitz, dove fu subito eliminato.

Il-canto-del-popolo-ebraico-massacratoLa voce di Yitzhak Katzenelson è la voce di Giobbe, un Giobbe della modernità. Una voce dinnanzi alla quale l’intera umanità si arresta turbata. Si tratta di un’opera che non può essere paragonata a nessun’ altra nella storia della Letteratura mondiale: è la voce di un condannato a morte, fra centinaia di migliaia di condannati a morte, consapevole del suo destino di uomo e del destino del suo popolo.
La voce di Yitzhak esce dal grembo di “cieli nulli e vuoti”, impassibili al compiersi del massacro insensato e ingiustificato della Shoah.
 Da: Il canto del popolo ebraico massacrato di Yitzhak Katzenelson, Giuntina Editore, Firenze, settembre, 1998. Prefazione di Primo Levi. Introduzione e note di Sigrid Sohn, Versione poetica di Daniel Vogelmann dalla traduzione dello yiddish di Sigrid Sohn.
Canto XIV
La fine
1.
Non lo sapevano, non se lo aspettavano. “Gli ebrei sparano! Ho sentito dall’odiosa voce di quella canaglia
prima che la sua anima impura lasciasse il corpo. Non era un’esclamazione, ma
un’espressione di meraviglia – possibile?!
Un senso confuso di stupore, strano e soprattutto inaspettato: “Gli ebrei sparano!”
Ma non era solo suo lo stupore;
tutto un popolo di assassini, ottanta milioni di tedeschi si stupivano: “Anche gli
ebrei sono capaci di sparare, come noi, come ogni tedesco”.
[…]
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