Patrizia Riscica, "Dialoghi imperfetti"

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Letture

“È un libro compatto, scandito in sei parti o atti, e ha come protagonista il dialogo nel suo sforzo di realizzare la comunicazione tra le persone e, prima di tutto, con se stessi. I dialoghi si svolgono a due voci, quella in corsivo è una sorta di voce fuori campo che pone dubbi, interrogativi, proposte, per lo più senza soluzione, perché appunto questi sono, nell’ordine delle cose umane, Dialoghi imperfetti.
Aprono il libro i “dialoghi dell’amore”. Scrivere d’amore non è facile, cert (‘lo sai/nel carcere dell’amore/entrano tutti per un desiderio avido’). Bisogna avere la mente sgombra da luoghi comuni che il genere abusato ha disseminato nei meandri della nostra memoria inconsapevole e occorre disporre di quel passo sciolto che permette alla scrittura di scombinare il senso comune e i significati correnti.”
Dalla prefazione di Paolo Ruffilli
Patrizia Riscica, Dialoghi imperfetti, Biblioteca dei Leoni, 2013

Dialogo n. 1
Inseguiti dall’amore
sconvolti dalla chimica, percorriamo
strade ripide, indifferenti a buche e precipizi,
ubriachi di rischio avanziamo sicuri
in cerca di luoghi segreti e inesplorati
l’amore intanto si attorciglia
in un groviglio di complesse reazioni, sì,
semplici reazioni della chimica,
un enigma di biologia molecolare
combinato con un falso credito della vita
lo sai
nel carcere dell’amore
entrano tutti
per un desiderio avido,
per fame morbosa
per proteggere, consolare,
odiare, tradire, abbandonare,
infine rimangono rinchiusi nella cella n.1
del reparto Esistenza
per lei che non si rassegna,
assolve, nasconde,
insiste, piange,
subisce, punisce
per lui che possiede,
penetra, lacera,
riempie, saccheggia
pretende, contende
lo sai
la vita si inginocchia all’amore
con un’infinita preghiera
e con il capo chino
lo onora,
lui, l’incontro prezioso,
il signore dell’anima
e del sendo di ogni pensiero
verità o fatale insicurezza
da spargere come seme
nella mente
nessuna resa,
ma solo attesa
di parole,
da sussurrare piano
per conquistare certezze
o poche briciole di carezze
da consumare
alla sera,
quando i contorni delle ombre
avvolgono i corpi,
o nella notte,
quando le ore
gonfiano l’anima di nostalgia
e il mondo si appesantisce
per la fatica di trovare risposte

Patrizia Riscica è nata a Padova e vive a Treviso dove esercita la professione di medico. Scrive poesie da sempre, ma solo nel 2004 ha pubblicato la prima raccolta Così su due piedi, seguita nel 2007 da Immagini capovolte. Nel 2010 è uscito Un corpo dopo l’altro,
un’opera di versi e fotografie da cui è stato tratto uno spettacolo di poesia e teatro danza.

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